Può una squadra in un passo passare dalla C a sognare la Serie A? Certo che sì. La Serie B in qualche occasione ci ha abituati a storie di questo tipo. Frosinone e Crotone, giusto per fare due esempi. E adesso la Juve Stabia. Una matricola della stagione 2024-25, tornata in B dopo cinque anni dopo aver dominato il Girone C di Serie C, che a otto giornate dalla fine ha praticamente ipotecato il discorso salvezza. Ma non solo, perché nonostante la scaramanzia sia di casa dalle parti di Castellammare di Stabia, è indubbio che per il sogno Serie A vi siano anche le vespe di Pagliuca. O almeno, da qui alla fine se la giocheranno per ritagliarsi la migliore posizione possibile ai play-off.
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Juve Stabia, che progetto! Due anni di successi
Un obbiettivo quantomai alla portata, per un progetto che va avanti da due stagioni. Una storia iniziata lo scorso anno, in Serie C, affidando la guida tecnica a un allenatore promettente come Guido Pagliuca e a un ds – Matteo Lovisa – trai più promettenti d’Italia nonostante l’età (il prossimo 31 marzo ne compirà 29). Identikit perfetti che, uniti a delle scelte razionali sul mercato hanno sfornato un autentico capolavoro nella stagione 2023-24. La Juve Stabia ha finito con incantare mezza Serie C, imponendosi sulle più quotate Avellino e Benevento. 79 punti (+10 sui lupi, +13 sulle streghe) valsi l’accesso diretto alla Serie B, nonché la miglior difesa del campionato.

Leonardo Candellone (LaPresse)
Adesso, a quasi un anno di distanza, le vespe continuano a stupire in una categoria superiore. L’impatto con la Serie B è stato devastante, non solo sotto il profilo dei risultati (a otto dalla fine, sono 43 i punti i classifica), ma anche per gioco e idee che i ragazzi di Pagliuca esprimono in mezzo al campo. La Juve Stabia gioca a memoria e si vede. Merito del tecnico, bravo ad impartire da due anni una precisa identità calcistica. Ma sopratutto del gruppo squadra, rimasto quasi invariato rispetto alla Serie C e praticamente immune al salto di categoria.
I singoli e il sogno play-off
L’impronta – di gioco e di squadra – è rimasto invariato. Così come il famoso “morso sul metro”, da due anni claim del tecnico. Ci sono poi i singoli: i vari Candellone, Piscopo, Folino e Bellich che danno equilibrio alla manovra. Ciliegina sulla torta, il simbolo di questa Juve Stabia: Andrea Adorante – prelevato lo scorso anno a gennaio dalla Triestina dopo un girone disastroso – a quota 12 reti in 27 presenze. Un insieme di concause che sin qui hanno portato le vespe al sesto posto in classifica – in piena zona play-off – a +1 dal Cesena e a +3 dal Bari. Un traguardo eccezionale e non è ancora finita: sognare è davvero possibile.
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