Alla fine lo zampino o meglio, i guantoni, di Ionut Radu centrano sempre. Una storia che (forse) si ripete a distanza di tre anni: a fine aprile 2022, con quella papera in Bologna-Inter, che permise a Sansone di segnare il gol vittoria per i felsinei e spianare la strada per lo scudetto del Milan. Oggi, domenica 16 marzo 2025, con una prestazione eccezionale contro il Napoli per ritirare (forse) gli azzurri dalla scorsa al quarto scudetto. Errori e prodezze che fanno da cornice da tre anni particolari, fatti di alti e bassi, e di una continuità praticamente sconosciuta.
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Radu, la rinascita in laguna dopo tanto via-vai
Riavvolgendo il nastro, dopo l’errore del Dall’Ara per Radu si è aperta una fase di declino. Prima con il previsto alla Cremonese, durato appena sei mesi prima di lasciare l’Italia con destinazione la Ligue 1. Più di preciso, a difesa dei pali dell’Auxerre in un’esperienza abbastanza positiva a livello personale (20 presenze e 5 clean sheet) ma culminata con la retrocessione in Ligue 2. L’anno scorso, poi, l’esperienza poco prolifica in Premier con il Bournemouth prima di passare a titolo definitivo via Inter, lo scorso 3 febbraio, al Venezia.
Mesi di riflessione e di autocritica che adesso stanno dando i propri frutti: dopo l’infortunio di Filip Stankovic, in 6 presenze con la maglia dei lagunari, Radu ha già centrato tre clean sheet contro tre già del calibro di Lazio, Atalanta e Napoli. Un processo di crescita voluto, cercato, frutto di tanto lavoro su se stesso che – nel post-gara contro il Napoli – è sfociato in un pianto liberatorio. “Ho la pelle d’oca perché solo io e mia madre sappiamo cosa abbiamo passato negli ultimi anni”, ha detto l’estremo difensore ai microfoni di DAZN. “Io non mollo mai come mi ha sempre detto di fare mia madre”.
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