Un viaggio lungo diciotto stagioni, in una sorta di coast to coast nella penisola. La carriera di Antonio Candreva ha attraversato l’Italia e gli ultimi 20 anni di Serie A, toccandone con mano i cambiamenti più radicali. Oggi, all’età di 38 primavere, il nativo di Roma lascia definitivamente il calcio giocato, condensando i suoi pensieri in un video saluto.
Una montagna russa di emozioni
La parentesi da calciatore di Candreva ha vissuto una delle parabole più interessanti degli ultimi anni. Dall’Udinese alla Ternana, nella sua valigia ricolma di ricordi e giocate vanno segnalati i primi numeri. Il classe 1987 ha infatti sfondato il muro delle 500 presenze in Serie A, sfiorando anche i cento gol (si è fermato ad 85) e smazzando anche 100 assist. Il suo periodo più scintillante è chiaramente quello alla Lazio, una parentesi lunga 4 annate e mezzo dove ha potuto anche alzare al cielo il suo unico trofeo. Un ricordo dolce-amaro, quella finale di Coppa Italia 2013, in cui Lulic ha affondato il colpo che ha mandato al tappeto la “sua” Roma (fede calcistica di Antonio).
All’ombra del Colosseo, Candreva si assesta su una media di circa 10 gol a stagione (41 in totale su 151 presenze), mantenendo però anche una certa costanza nel ricercare la rifinitura per i compagni. Alla fine dell’avventura nella capitale, gli assist saranno 32. Alla Juventus invece, forse il rimpianto più grande: il prestito di 6 mesi nella stagione 2009/10 è precursore e forse troppo prematuro, perché non gli permetterà di vivere l’epoca d’oro dei bianconeri (cominciata nel 2012). Non solo grandi squadre nel suo destino: con la Sampdoria confeziona due stagioni fenomenali e tremendamente consistenti, mentre con la Salernitana diventa uno dei volti principali della doppia salvezza tra il 2022 e il 2023. A San Siro, il 25 maggio 2024, si allaccia gli scarpini per l’ultima volta nel 3-3 contro il Milan.
Antonio Candreva, l’uomo dei gol impossibili
Pensiero, sensibilità tecnica, ma anche un pizzico di follia. Il viaggio di Candreva nel calcio è costellato di giocate da fenomeno e gol impossibili anche solo da pensare. Volete qualche esempio? Eccovi accontentati.
Il 26 agosto 2019, nella cornice di un agevole 4-0 contro il Lecce per l’Inter di Conte, “fantantonio” (senza scomodare impropri paragoni con un altro giocatore che aveva questo soprannome) fa scorrere i titoli di coda sulla partita scagliando la quarta freccia al cuore dei salentini. A lasciare senza fiato però è il modo con cui lo fa: controllo e destro violentissimo dai trentacinque metri, col pallone che quasi prende fuoco nel tragitto verso l’incrocio del palo opposto.
Il 22 maggio 2023 ci porta invece a riavvolgere il nastro ad un Roma-Salernitana. L’atmosfera dell’Olimpico viene stravolta quando entra in scena proprio il “figliol prodigo”. Sulla traccia verticale di Coulibaly, Candreva si inserisce a fari spenti affettando la difesa; “adesso la controlla”, pensava tutto lo stadio, “anche no”, si dice tra sé e sé il fantasista. Risultato? Pennellata fuori di testa al volo, che scavalca un Rui Patricio inchiodato al centro della porta e si incastona nel sette.
Insomma, oggi saluta il calcio giocato un talento cristallino del nostro calcio, che ha lasciato a modo suo un impronta indelebile nella memoria di ogni appassionato. Un fuoriclasse istrionico, ma che ha dimostrato di pensare in modo diverso rispetto ai più.
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