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“Io così simile a te”: Italia-Germania, entrambe “non fate più paura”

Stesso rendimento e stesse difficoltà, Italia e Germania non sono mai state così simili

Italia Germania
Spalletti-Nagelsmann (LaPresse)

Mi piaceva l’Italia ma… adesso non fate più paura”. In pieno stile tedesco e senza giri di parole, l’ex manager della Nazionale Oliver Bierhoff ha fotografato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport quella che – a suo modo dire – è una parabola discendente della Nazionale azzurra. Doverosa una premessa. È chiaro che i risultati non sono dalla nostra parte: dal Mondiale del 2006 ad oggi l’unica vera gioia è stata la vittoria dell’Europeo 2020. Nel mezzo: due Campionati Mondiali (2018 e 2020) non disputati, eliminazioni precoci tra Euro 2008 e il Mondiale del 2010 e la Finale persa contro la Spagna nel 2012. 

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Bierhoff e quella stoccata all’Italia… Ma la Germania? 

E non è un caso che il primo pensiero di Bierhoff sia stato rivolto al traguardo per eccellenza dell’ultimo ventennio: il Mondiale del 2006. “L’Italia aveva tanta qualitàha detto l’ex Milan -. La squadra che vince anche ai supplementari ha sempre qualcosa in più, come noi nel 2014 con l’Argentina”. Proprio quella qualità fu fondamentale nella Semifinale di Dortmund del 2006: “Abbiamo dato il 105%, ma l’Italia aveva qualche tocco in più, vedi quello di Del Piero”. La stessa qualità che Bierhoff adesso non vede nei ragazzi di Spalletti: “L’Italia non è più l’avversario di cui si ha più paura, la bestia nera – ha aggiunto –. Senza offendere nessuno, però soprattutto nel 2006 c’era altra qualità negli Azzurri. Io penso che sia stato un grandissimo risultato vincere l’Europeo del 2020, ma generalmente tanti nomi non sono al livello del passato. 

Spalletti Italia

Lucas Digne scores (LaPresse)

Un’idea in parte condivisibile ma che, paragonata al rendimento della Germania dal 2006 ad oggi, non sembra creare un abisso tra le due Nazionali. Certo, a differenza dell’Italia, la Germania ha giocato le ultime due edizioni del Campionato Mondiale (venendo eliminata in entrambi i casi ai gironi) ma, come l’Italia, in bacheca resta solo il Mondiale vinto nel 2014 in Brasile. E un cammino negli Europei che racconta, nelle ultime due edizioni, un eliminazione agli Ottavi e una in Semifinale. 

Il fallimento sportivo degli ultimi anni e la rivoluzione di gioco e idee

Un escalation di fallimenti sportivi che, come la Nazionale azzurra, hanno portato alla rottura del modello Germana post vittoria del Mondiale 2014. Si cominciano a intravedere piccole crepe, siamo in difficoltà. Altre Nazionali si sono mosse meglio di noi”: furono queste le parole che proprio Bierhoff utilizzò in un’intervista a La Gazzetta dello Sport per sottolineare le difficoltà della Nazionale tedesca alla viglia del Mondiale in Russia del 2018. Una serie di problemi cui Löw prima, Flick poi e Nagelsmann ora, sono riusciti (in parte) a risolvere adottando una rivoluzione in termini di gioco e di interpreti. 

Come l’Italia post-2006, anche la Germania ha dovuto ricostruire, rivedere e rimodellare il proprio gioco e le proprie idee. Quella Nazionale rude, sporca e cattiva, oggi, è solo un vecchio ricordo. La generazione dei vari Klose, Muller e Podolski ha ceduto il passo alla rapidità e alla fantasia dei vari Adeyemi, Musiala e Sane. Calciatori che sì, sulla carta, hanno qualcosa in più rispetto ai singoli della Nazionale azzurra. Ma è indubbio che – come l’Italia – il confronto con i predecessori non regge. Ed è in questi casi che vengono in mente le celebri parole di Laura Pausini: “Io così simile a te…”. Italia-Germania, alla fine (entrambe) “non fate più paura”. 

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