Il Milan ancora non conosce se stesso, è in crisi d’identità. Sembra un dramma di Pirandello ma con dei protagonisti in carne ed ossa. I rossoneri hanno perso il loro DNA, quello che i tifosi sperano di rivedere in un San Siro spesso colmo di fischi e di protesta. “Cardinale devi vendere” è il coro che si ripete, più di qualche incitamento alla squadra. Una formazione che avrebbe bisogno di una spinta, vista la fragilità. Non è mai mancata, ma al momento la fede rossonera è impegnata a far cambiare qualcosa ai piani alti. E le acque stanno incominciando a muoversi, sia dietro la scrivania sia in panchina.
Milan e la strategia Inter 2.0
L’Inter per rinascere si è affidata a uomini di prima fascia, Marotta su tutti, con l’ex dirigente della Vecchia Signora che ha lasciato la Juve nel momento migliore. Poi in nerazzurro è arrivato Conte a riportare lo scudetto e a lasciare a Inzaghi una bella base di lavoro, che l’attuale mister ha poi migliorato negli anni. Ora il Milan potrebbe fare lo stesso, portando in società due ex bianconeri. Il primo è Paratici, al momento favorito su Tare e D’Amico per il ruolo di ds e l’incontro con Furlani, raccontato da Repubblica, è un’altra conferma.
Il secondo è Allegri, con l’allenatore che più volte è stato accostato al Diavolo. Un suo ritorno è possibile per rimettere le cose a posto. Non avrebbe la pressione della vittoria, visto che il club viene da una stagione difficile e potrebbe dare ordine al caos. Molto dipenderà dalla scelta su Conceicao, che dopo la conquista della Supercoppa italiana, ha poco convinto.

Max Allegri, ex allenatore della Juventus (Lapresse)
Come giocherebbe il Milan di Allegri?
Partiamo da una premessa: Allegri non è un integralista, non ha mai avuto un solo modulo. Al tecnico piace adattarsi ai giocatori e lo ha ribadito anche a gran voce: “Non si vince con gli schemi, altrimenti Messi non varrebbe tutti quei milioni”. Concetto chiaro, prima i giocatori, poi il resto. Max non ama distruggere tutto e subito, ma fa le cose per gradi, come alla Juventus, quando ha cominciato a lavorare sulla difesa a tre per poi lasciarla e schierare il 4-3-1-2 con tutti i centrocampisti titolari. La filosofia è chiara, anzi meglio “metodo di lavoro”, visto che Allegri vuole essere definitivo un pratico. Quindi zero teoria e spazio alla libertà creativa di calciatori come Pulisic o Leao. Nessuna gabbia. Certo il rischio di non entrare subito nella testa dei giocatori, abituati a un nuovo stile di gioco, è tanto, ma l’allenatore è stimolato da queste sfide. Ora non resta che attendere per capire se il Diavolo sarà domato da Max.
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