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Da Lukaku-Conte a Flick-Lewandowski: quando il feeling tra allenatore e attaccante è al suo massimo

Da Lewandowski a Lukaku: il fiuto del gol va sempre più di pari passo con la guida tecnica

Barcellona attaccante
Barcelona's Robert Lewandowski, second right, celebrates after scoring his side's second goal during the Spain Super Cup final soccer match between Real Madrid and Barcelona at King Abdullah Stadium in Jeddah, Saudi Arabia, Sunday, Jan. 12, 2025. (AP Photo/Altaf Qadri) (LaPresse)

Perché ogni Batman che si rispetti ha bisogno del suo Robin, di una personalità capace di dargli le giuste responsabilità, ma anche di elevarlo e potenziare i suoi aspetti più positivi. Negli ultimi anni, il binomio allenatore-attaccante sta diventando sempre più decisivo nell’economia di una squadra. Un dato che certifica l’importanza della sinergia tra l’idea di calcio e il suo termine ultimo. Il tecnico traccia la strada, l’attaccante è spesso chiamato a mettere la firma. E nel caso delle coppie che prenderemo in esame, la chimica che si instaura genera spesso risultati pirotecnici.

Da Lewandovski a Benzema, bomber elevati dal binomio allenatore-attaccante

Per comprendere al meglio l’analisi, dobbiamo pensare diversamente alla figura dell’allenatore, che in questo caso diventa catalizzatore biologico, diventa l’innesco per una reazione a volte incontenibile. Nell’ultimo decennio, sono tanti gli esempi di attaccanti andati in over performance grazie alla giusta guida tecnica.

Benzema-Ancelotti

Il primo esempio è quello di Karim Benzema Carlo Ancelotti: in questo caso, il minimo comune denominatore è l’intelligenza. Intuendo la capacità di agire anche da rifinitore del francese, l’allenatore ex Milan lo trasforma plasmandolo come sua fonte primaria di gioco offensivo. Continuo movimento, interscambi con Ronaldo per metterlo in condizioni di brillare sotto porta, e tanto lavoro sotto traccia: la sua prima parentesi con “Carletto” termina per Benzema con quelle che nel gergo del basket verrebbero chiamate due “doppie doppie”, da 24 gol e 15 assist la prima, da 22 centri e 13 passaggi vincenti la seconda.

Una metamorfosi che subisce un altro scossone al ritorno di Ancelotti alla “Casablanca”: la stagione 21/22 di Benzema è una delle più dominanti e impattanti nell’ultimo decennio calcistico. Da leader assoluto di un Real Madrid ricolmo di talento, Karim veste i panni dell’accentratore: segna 44 gol e smazza 15 assist, andando in doppia cifra in Champions League e guidando le Merengues ad un triplete scintillante, accompagnato dal premio di “Pichichi della Liga, dal pallone d’oro e e dal premio di capocannoniere della Coppa dalle grandi orecchie.

Lewandowski-Flick

Un ricongiungimento sull’asse Monaco di Baviera-Barcellona: quello tra Hansi Flick Robert Lewandovski è un sodalizio che ha segnato le ultime stagioni. Dal 2019 al 2021, il tecnico tedesco affila la sua arma offensiva e domina in Europa, trovando una delle cavalcate più impressionanti nella storia della Champions League. Il polacco, nell’anno del Covid, è inarrestabile, una sentenza senza appello per le difese di tutta l’Europa: 55 gol e 10 assist in 47 presenze; si replica nell’annata successiva, con 48 timbri e 8 offerte ai compagni in 40 apparizioni.

Il binomio si ripete grazie all’approdo dell’allenatore classe 1965 in “blaugrana”: Robert torna ad essere “Robocop”, riportando le sue medie realizzative ai picchi impressionanti di qualche stagione prima. Siamo già a 35 centri, e non abbiamo ancora imboccato il rettilineo finale dell’annata.

Allenatore-attaccante: gli esempi in Italia

Antonio Conte Gian Piero Gasperini: due interpreti di rilievo internazionale, che nel rapporto col proprio bomber hanno trovato una chiave di lettura che li accomuna. Il tecnico barese vede in Romelu Lukaku il terminale offensivo perfetto per il suo gioco: nella parentesi all’Inter, “Big Rom” ha trovato il suo massimo in carriera per assist (11) e gol (37), oltre ad un campionato di Serie A vinto da trascinatore. Quest’anno, si propone un remake che, a giudicare dai numeri, non sa di minestra riscaldata: il belga non sta pareggiando la continuità realizzativa, ma è già vicino alla “doppia doppia” con 10 centri e 9 assist in tutte le competizioni.

Mateo Retegui infine, è la sorpresa più grande tra i nomi citati: nel calcio del Gasp fatto di funzioni, aggressione e dominio, l’italo-argentino si è calato alla perfezione. Massimo in carriera per reti segnate e produzione offensiva quasi triplicata rispetto allo scorso anno (25 timbri contro 9). Una prova di come i due si siano trovati, completandosi a vicenda come tutte le altre coppie inserite in questa speciale lista.

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