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Il dribbling, le quattro nazionalità e la possibile chiamata di Spalletti: chi è Luca Koleosho

Da New York al Burnely passando per la Spagna: chi è il classe 2004 voluto da Spalletti

Koleosho
Luca Koleosho (LaPresse)

Papà nigeriano, mamma canadese ma di origini abruzzesi. Quattro passaporti e una marea di dribbling tra Premier e Championship. Potrebbe riassumersi così, con questi quattro pilastri, la vita (privata e sportiva) di Luca Koleosho. Uno dei talenti più interessanti del nostro panorama calcistico seppur – e questa è una delle grandi assurdità del nostro calcio – non abbia mai giocato in Italia. Nato a New York, cresciuto nella cantera dell’Espanyol ed esploso del 2023 al Burnely grazie a Vincent Kompany che lo convinse di persona ad accettare la proposta. Tre momenti topici che adesso potrebbero – finalmente – dare i propri frutti. Le condizioni precarie di Matteo Zaccagni non lasciano sereno Luciano Spalletti: servono esterni, è chiaro. Martedì è stato chiamato Bellanova, nelle prossime ore (in base alle condizioni dell’esterno della Lazio), potrebbe arrivare il momento proprio della stellina Italia-americana. 

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Da New York alla Spagna sognando Neymar: chi è Luca Koleosho

Luciano Spalletti stravede per lui. “C’è qualche giovane forte che stiamo seguendo con attenzione. Il suo è un profilo piuttosto interessante”. Furono queste le parole del ct azzurro ai canali Rai verso fine dicembre di due anni. Tra quei giovani, in cima alla lista, c’era proprio Koleosho. Uno di quei profili che forse non ti aspetti: classe 2004, cresciuto in America con il mito di Neymar ma esploso in Spagna. In uno di quei tornei amatoriali per ragazzini. Appena 12enne, stregò tutti con il suo marchio di fabbrica: il dribbling. Skills che fecero scattare la lampadina nella mente degli osservatori catalani del Reus che lo convinsero ad attraversare l’Oceano e a fare all-in sulla Spagna. All’inizio andò male: a pochi mesi dal suo arrivo il Reus fallì ma l’Espanyol fu lesto nel chiudere l’affare. 

Koleosho

Luca Koleosho all’Espanyol (LaPresse)

Da Kompany a Spalletti: è sempre una questione di chiamate…

Scelta più azzeccata non poteva esser presa: nonostante i numeri (appena 20 presenze in due stagioni tra prima squadra e giovanili) l’avventura in Spagna si rivelò più che positiva. Il gol – il primo in Liga – contro l’Almeria (all’ultima di campionato) fece scattare la scintilla nella mente di Vincent Kompany. Fresco di promozione in Premier League con il Burnely, l’ex Manchester City decise di fare all-in sul baby talento che intanto, dopo l’esperienza con l’U15 degli Stati Uniti e l’U18 del Canada, entrò nel giro della Nazionale Italiana. 

Luca Koleosho

Luca Koleosho (LaPresse)

Il giorno della presentazione, Kompany non usò mezzi termini: “È uno di quelli che fanno elettrizzare i tifosi”. Detto-fatto, tempo due-tre e dalle tribune del Turf Moor fioccavano applausi per il ragazzino di New York. La prima stagione in Premier è stata comunque amara: retrocessione sul campo e campionato chiuso con un gol e un assist in 15 partite prima di un infortunio al ginocchio che gli è costato tutta la seconda parte di stagione. Quest’anno le cose sembrano andare già meglio: due gol – contro Cardiff e Leeds – sin qui, nonostante un calo nelle presenze (28 tra campionato e FA Cup) da inizio febbraio. Adesso la grande occasione: il Bayern Monaco (di Kompany, naturalmente) lo segue, la Nazionale lo aspetta. Vista l’emergenza, sarebbe il sostituto ideale di Zaccagni, nonché un’arma in più nelle gerarchie di Spalletti. È arrivato il momento di brillare (e dribblare) tra i grandi. 

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