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Lo sfottò a Vinicius, il City e l’elogio di Messi: chi è Maffeo, il primo pro in Kings League

Il difensore argentino sarà il primo professionista in attività a giocare in Kings League: la sua storia tra liti, curiosità e aneddoti

Maffeo Kings League
Maffeo Maiorca (LaPresse)

La Kings League non sembra fermarsi e le idee di Piquè sono stabili. E soprattutto piacciono al mondo del pallone, anche a chi scende in campo tutte le domeniche nei campi migliori al mondo. E per la prima volta il torneo di calcio a 7 è pronto ad accogliere un giocatore professionista. Di chi parliamo? Di Pablo Maffeo, terzino destro argentino del Maiorca. Forse avrete sentito parlare di lui per le liti con Vinicius o per gli elogi di Messi. La storia del difensore è particolare, un’altalena di prestazioni che gli hanno fatto toccare picchi alti al City per poi scendere come in un ascensore di Manhattan.

Maffeo in Kings League

Il difensore del Maiorca giocherà nella Kings League spagnola nella squadra del Kun Aguero, il Kunisports, ed esordirà il 23 marzo contro i Porcinos FC. Una data studiata a tavolino, visto che i top campionati sono fermi per la pausa nazionali. L’identikit è stato finalmente svelato, dopo una settimana all’insegna degli indizi. C’è chi ha indovinato subito, mentre chi è rimasto con la curiosità fino al momento dell’annuncio. Maffeo di certo non è un nome che negli ultimi anni è passato inosservato. E Vinicius ne sa qualcosa.

 

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Lo sfottò a Vinicius

Grande stazza fisica e tempra nei contrasti, Maffeo non è un difensore che si fa intimidire. Quando affronta il suo avversario ha una missione: non dargli pace. Novanta minuti da “nemico” fino al triplice fischio. E l’argentino spesso ha dovuto fronteggiare nomi di altissimo livello, come Vinicius. Per bloccare un calciatore rapido e tecnico come il brasiliano serve anche il fattore psicologico. Ed è quello che ha fatto il terzino del Maiorca nelle ultime partite contro il Real Madrid. E in una di queste tante sfide gli ha dato anche del piagnucolone, viste le tante lamentele del fuoriclasse dei Blancos dopo i falli subiti. Reazione? Un sorriso sarcastico. Non è servito a molto, la squadra di Ancelotti ha conquistato lo stesso la vittoria, ma il difensore le ha provate tutte per provare a vincere il duello sulla fascia. E anche Messi ha passato lo stesso “inferno”.

Maffeo

“Giocare così è una merda”, l’elogio di Messi

Maffeo è sempre stato un difensore fastidioso e lo ha confermato anche Messi. Bisogna tornare indietro al 2017, quando il terzino giocava nel Girona, sempre in Liga. Uno dei primi anni del club tra i grandi. E per affrontare il più grande, Leo, l’allora allenatore Pablo Machin ha scelto proprio Pablo. Il cognome italiano? Non è una casualità, il padre è del nostro Bel Paese e si è trasferito in Spagna per lavorare in una fabbrica di giocattoli. Dalle origini del papà deriva quindi la tempra e la grinta. La madre è invece argentina e il calciatore ha scelto la sua nazionalità. Tornado al campo, in quel giorno di otto anni fa, Messi non ha passato 90 minuti poco felici. Maffeo gli è stato addosso come “un cane”. Una classica marcatura a uomo dei vecchi tempi.

“Visto che gli sono stato appiccato per tutta la partita abbiamo avuto modo di chiacchierare. È molto umile. Mi ha chiesto se ero in prestito dal City (ed era così, ndr), quanti anni ho, e se avevo intenzione di passare il pomeriggio al suo fianco: “Sei il numero uno, cosa devo fare?” la mia risposta. Non ci sono stati screzi né cose negative. È il miglior giocatore del mondo e se non gli stai attaccato ti può far gol in qualsiasi momento. L’esperienza penso sia andata abbastanza bene, non ha combinato granché, però per quanto mi riguarda è stata durissima a livello psicologico” – ha raccontato il calciatore in zona mista. Poi a un amico nello spogliatoio ha confessato: “Sai che mi ha detto? Che giocare così è una merda”. Una sorta di attestato di stima da parte della Pulce.

Messi

Messi (LaPresse)

Il City con Guardiola

Ora Maffeo ha perso il treno, ma da giovane ha illuso molti con le sue potenzialità. Anche Guardiola. Il City ha individuato subito le sue qualità e lo ha acquistato dall’Espanyol nel 2013. Era un Manchester in piena ascesa, che veniva da poco dalla vittoria del titolo grazie al capolavoro di Mancini. In panchina in quegli anni c’era Pellegrini, che ha inserito in rosa il terzino dopo una prima parte con la squadra riserve. Con Guardiola nella stagione 2016-2017 ha fatto anche l‘esordio in Champions League, prima ai playoff contro lo Steaua Bucarest e poi ai gironi contro il Celtic. Sembrava promettere bene, ma il livello era troppo alto. Così è passato al Girona, squadra sotto controllo del City Group. E poi non ha fatto più ritorno a casa. Si porta dietro qualche lezione di Pep, ma le sue vere abilità sono di certo altre. Ecco in Kings League sono avvisati, meglio non passare dalle sue parti.

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