L’assegnazione della Coppa del Mondo FIFA 2026 al Nord America rappresenta un’opportunità storica per il Paese, pronto ad accogliere nuovamente il torneo dopo 31 anni. In parallelo, la nomina di Mauricio Pochettino alla guida della nazionale statunitense segna l’avvio di un progetto tecnico ambizioso, sostenuto da una forte spinta politica. Tuttavia, le recenti difficoltà sul campo mettono in evidenza quanto il percorso verso il successo sia tutt’altro che semplice.
Il Mondiale torna negli USA: un’opportunità storica
Ospitare la Coppa del Mondo 2026 rappresenta per gli Stati Uniti un’occasione irripetibile per consolidare lo sviluppo del calcio nazionale. Dopo l’esperienza del 1994, il torneo tornerà in territorio americano, stavolta in co-organizzazione con Canada e Messico.

Mondiali 2026 Trofeo – Lapresse
L’evento offrirà la possibilità di potenziare le infrastrutture, diffondere ulteriormente la cultura calcistica e ispirare una nuova generazione di atleti. Tuttavia, per competere ai massimi livelli sarà fondamentale investire nella crescita dei giovani, migliorare la competitività della Major League Soccer (MLS) e rafforzare il radicamento del calcio nella cultura sportiva del Paese, ancora fortemente legata a sport come football, baseball e basket.
Pochettino riparte dagli States
La scelta di affidare a Mauricio Pochettino il ruolo di commissario tecnico della nazionale statunitense rappresenta una mossa strategica per elevare il livello competitivo della squadra in vista del Mondiale casalingo. L’allenatore argentino, noto per aver portato il Tottenham Hotspur alla finale di Champions League nel 2019, cerca riscatto dopo una deludente esperienza al Chelsea, conclusasi con una risoluzione consensuale del contratto dopo una sola stagione. La sua nomina è vista come un’opportunità per implementare una filosofia di gioco moderna e competitiva, sfruttando la sua esperienza internazionale per guidare gli Stati Uniti verso traguardi ambiziosi.

Mauricio Pochettino
Le pressioni politiche di Trump
L’interesse politico nei confronti del calcio è cresciuto significativamente negli ultimi anni. Il presidente Donald Trump ha espresso pubblicamente il desiderio di vedere la nazionale statunitense trionfare nel Mondiale del 2026, aumentando le aspettative e la pressione sul team e sul suo allenatore.
Questa attenzione politica sottolinea l’importanza attribuita al successo calcistico come simbolo di prestigio nazionale, ma potrebbe anche rappresentare una fonte di ulteriore pressione per giocatori e staff tecnico, come sottolineato dallo stesso Pochettino: “Credo che la pressione ci sarà, perché siamo padroni di casa. E poi è un paese in cui la mentalità è quella di vincere. Nello sport, in tutto ciò in cui gli americani sono coinvolti, vogliono vincere. Il nostro presidente ama mettere pressione, sarà uno stimolo in più”.
Inizio da dimenticare…
Nonostante le aspettative e l’entusiasmo iniziale, l’avventura di Pochettino alla guida della nazionale statunitense non è iniziata nel migliore dei modi. Nella semifinale della Concacaf Nations League, gli Stati Uniti sono stati sconfitti da Panama con un gol al 94° minuto di Cecilio Waterman, che ha sancito l’eliminazione dei padroni di casa. Questa sconfitta rappresenta un duro colpo per la squadra, già eliminata dalla Copa América proprio per mano di Panama, evento che aveva portato all’esonero del precedente commissario tecnico, Gregg Berhalter, e all’arrivo di Pochettino.
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