Potrà anche non essere in stile Juventus cambiare allenatore a stagione in corsa. Ma cose si dice in questi casi: a mali estremi, estremi rimedi. E quindi via di esonero di Thiago Motta e fiducia per tre mesi a Igor Tudor. Futuro? Poi si vedrà. È pressoché questo il quadro che si delinea a guardare le ultime scelte dei bianconeri. Dopo una domenica di rivoluzione, la programmazione è stata messa per il momento in stand-by… in attesa. Di cosa? Innanzitutto di comprendere l’impatto (questa volta da uomo numero uno, e non da vice) dell’ex braccio destro di Andrea Pirlo. Ma sopratutto, in attesa di comprendere quale sarà la reazione del gruppo squadra dopo l’addio dell’ex tecnico del Bologna.
COME CAMBIA LA JUVENTUS CON TUDOR IN PANCHINA
Juventus, Tudor per risvegliare la Vecchia Signora
Chiaro è che adesso il grosso delle responsabilità ricadrà proprio sui calciatori. La scelta della società di andare contro le proprie regole è stata – in parte – presa anche per assecondare le volontà della squadra. Che qualcosa nello spogliatoio non stesse funzionato era ormai chiaro. Così com’era chiaro che il feeling con l’allenatore non era praticamente mai nato. Le imposizioni e l’autorità di Motta, i repentini cambi nell’undici titolare, la decisione di mettere ai margini del progetto calciatori importati (in campo e per le casse societarie) e la fascia di capitano itinerante sono alla base della decisione della società.

Motta Juventus (Lapresse)
I risultati e le responsabilità della squadra
Assecondato il volere della squadra, adesso è più che mai lecito attendersi un’assunzione di responsabilità. Da Vlahovic a Koopmeiners passando per Douglas Luiz e Yildiz: da tutti ci si attende qualcosa in più. Una presa di coscienza, di consapevolezza dei propri mezzi e della propria potenza. Innanzitutto in campo, ma soprattuto sotto il profilo della grinta e dell’attaccamento alla maglia. Due fattori su cui la juventinità di Tudor potrebbe giocare un ruolo determinante. Se è vero che il tecnico croato sarà chiaro a fare un’impresa (dimostrare di essere da Juve in soli tre mesi lo è eccome), è pur vero che non solo il quarto porto in Champions, ma anche il risveglio della squadra potrebbe essere decisivo per la sua permanenza.

Dusan Vlahovic (LaPresse)
Ritrovare le vecchie certezze e la compattezza persa sotto la gestione Thiago Motta è l’obiettivo primario per Tudor. Lo avrà sicuramente messo in chiaro nel primo allenamento della settimana, in attesa dei rientri dalle Nazionali. Genoa, Roma, Lecce, Parma, Monza, Bologna, Lazio, Udinese, Venezia: otto finali prima del Mondiale per Club. Allenatore, dirigenza e soprattuto squadra: tutti sono chiamati a dimostrare qualcosa. Solo così si potrà andare avanti.
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