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Motta-Juve e retroscena Giuntoli: il rifiuto di Thiago, troppo ideologico?

Motta e gli errori alla Juve, la mancanza di dialogo e la poca voglia di cambiare: il retroscena con Giuntoli è il quadro perfetto

Thiago Motta, Juventus
Thiago Motta, Juventus (Lapresse)

“Non credo che sia debole chi è disposto a cedere, anzi, è pure saggio. Le uniche coppie che vedo durare sono quelle dove uno dei due, non importa chi, riesce a fare un passo indietro – da Giallini e Perfetti Sconosciuti alla Juve e Motta. Thiago non ha seguito il consiglio e il legame con lo spogliatoio si è spezzato. Ha difeso le sue idee con forza e carattere, senza farsi convincere da nessuno, neanche da Giuntoli. Scelta che però gli è costata la panchina bianconera dopo le pesanti sconfitte con Atalanta e Fiorentina.

La richiesta di Giuntoli e il legame con Tudor

Come riportato da La Gazzetta dello Sport, il dirigente della Juventus avrebbe chiesto all’allenatore di valutare la possibilità di giocare con la difesa a tre in questo momento di crisi e fragilità. L’allenatore avrebbe declinato la richiesta, proseguendo con il suo pensiero. Poco dialogo e forse anche per questo motivo la Vecchia Signora si è convinta a cambiare. E la scelta di Giuntoli è ricaduta poi proprio su Tudor, un tecnico che della retroguardia a tre ne fa un vero e proprio must. Lo abbiamo visto lo scorso anno con la Lazio, che grazie al suo impatto è riuscita a rimontare in classifica e centrare l’Europa League, competizione che ora vede i biancocelesti come una delle favorite.

Juventus Motta

Thiago Motta (LaPresse)

Motta-Juve e l’integralismo

Sapersi adattare alle esigenze della propria squadra è un valore aggiunto. Non tutti ci riescono, spesso prevale la propria identità su quella dello spogliatoio. E in contesti in cui la pazienza non è certo contemplata (come a Torino), convincere una rosa intera a concepire le proprie idee è complicato. Ci sono casi rari come Guardiola o Klopp, ma anche casi estremi come tutti gli allenatori che negli anni hanno cercato di imitare senza successo il tiki-taka di Pep. Modo di giocare che lo stesso allenatore spagnolo ha cestinato dopo il suo addio al Barcellona. Avere l’intelligenza e l’umiltà di cambiare gli ha permesso di continuare a vincere. Certo, poi la qualità di singoli ha fatto il suo.

Motta alla Juve è finito nel labirinto dell’integralismo e non ha trovato più la via d’uscita. Ha commesso spesso gli stessi errori, cercando di far parlare agli undici in campo il suo stesso linguaggio. Non si sono compresi. Poche volte ci è riuscito, ma quando la pressione è aumentata, i suoi ragazzi sono andati in confusione. Ha perso fiducia. “Io sono il leader di questa squadra” – aveva detto qualche mese fa. Un titolo che si è attribuito, ma che poi non gli è stato riconosciuto.

Musi lunghi, giocatori persi come Vlahovic o altri depotenziati come Koopmeiners, oltre a mal di pancia che non hanno fatto bene alla salute della squadra. A volte è meglio fare un passo indietro, ma Motta ha continuato a correre senza voltarsi. E ha corso da solo e senza supporto. Altro che Forrest Gump, forse era meglio fermarsi.

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1 Comment

1 Comments

  1. GIBO

    27 Marzo 2025 at 16:50

    aNTONIO DI COGNOME E DI FATTO , IUVENTINO INTEGRALISTA CHE PUNTI IL DITO SULL’ALLENATORE CHE HA CERCATO DI FARE IL SUO MESTIERE (QUELLO DI CREARE UNA FILOSOFIA DI GIOCO) NON CONSIDERANDO L’OPERATO DEI DIRIGENTI (INTERESSATI SOLO AL PROFITTO) CHE HANNO SBAGLIATO GLI ACQUISTI?
    pRENDI MOTTA CHE EGIOCA A 4 IN DIFESA (E LO SAPEVI) POI ALLESTISCI UNA SQUADRA PRETENDENDO UNA DIFESA A TRE.
    MI SEMBRA SURREALE E OGNI RAGIONAMENTO PER DIFENDERE GLI E GIUNTOLI MI SEMPRA FRANCAMENTE RIDICOLO.
    sALUTI!

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