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Italia, Prandelli nuovo direttore tecnico? Un ruolo mai visto, cosa farebbe con la Nazionale

Il presidente della FIGC, Gravina, starebbe pensando all’ex ct come nuova figura nell’organigramma della Nazionale

Prandelli Italia
foto Fabio Ferrari - LaPresse 23 06 2014 Natal (Brasile) sport Mondiali 2014 - Allenamento di rifinitura per Italia - Stadio Das Dunas di Natal. nella foto: durante l'allenamento.Cesare Prandelli Coach (Italy) photo Fabio Ferrari - LaPresse 23 06 2014 Natal (Brasile) sport World Cup 2014. Session training for Italy - Stadio Das Dunas of Natal. in the picture:during session training.Cesare Prandelli Coach (Italy)

Cesare Prandelli è pronto a rimettersi in gioco. Niente panchine, il ruolo dell’allenatore ormai lo ha salutato con estrema dignità. Per l’ex tecnico viola potrebbe presentarsi un’occasione importante con l’Italia come direttore tecnico, come riportato da La Gazzetta dello Sport. Un compito nuovo e mai visto in azzurro. Gravina vuole tenere la Nazionale al livello mondiale anche fuori dal campo e per farlo ha bisogno delle migliori figure professionali.

Italia, Prandelli e il ruolo di direttore tecnico

Il direttore tecnico all’estero è la norma e non l’eccezione. Un ruolo che in Italia al momento non ha padroni e che Gravina starebbe pensando di affidare all’ex ct Prandelli. Quindi non prenderebbe il posto del dimissionario Albertini, che alla presidenza del settore tecnico potrebbe essere sostituito da Mario Beretta. Sono due cose distinte. Ma allora di cosa si tratta? Ad aiutarci è la Football Association, che ha fornito una definizione: Responsabile della gestione complessiva e dell’orientamento strategico degli aspetti calcistici, inclusi il reclutamento dei giocatori, lo sviluppo degli allenatori e l’analisi delle prestazioni”. Un filo tra la squadra e la Federazione. Un lavoro che al momento manca nella nostra Nazionale e che il presidente della FIGC vuole riempire per restare al passo con i tempi ed evitare altre brutte figure in futuro. Lo sport si evolve, così come le figure che ne fanno parte.

Prandelli

Che cosa potrebbe fare Prandelli

Premessa: ogni nazionale sviluppa il ruolo di direttore tecnico in modo differente. In Italia abbiamo già un coordinatore delle giovanili, Maurizio Viscidi e probabilmente, qualora venisse dato questo ruolo a Prandelli, il dialogo tra di loro sarebbe serrato. L’obiettivo è formare nuovi talenti ed evitare che passi troppo tempo prima di vederli con i grandi. Ormai è da tempo che non nasce un Totti o un Del Piero e vista la portata storica del nostro calcio, ritornare a credere nel talento è di primaria importanza. L’ex allenatore della Fiorentina ha sempre dato un’impronta etica al suo lavoro, basti pensare che portò la Nazionale a Rizziconi, su un campo confiscato alla mafia. Valori e idee.

L’ultima Italia di Prandelli

Tornando invece al calcio giocato, ricordate l’ultima Italia di Prandelli? Bisogna tornare al Mondiale del 2014 in Brasile, con gli azzurri reduci dalla finale dell’Europeo. Il girone non era semplice con Inghilterra, Uruguay e la sorprendente Costa Rica. Gli azzurri vinsero la prima partita contro i Tre Leoni, poi persero contro la nazionale di Keyolr Navas e infine anche contro la Celeste, con il morso di Suarez a Chiellini e l’espulsione di Marchisio che tutti ricordano. Come era invece l’undici titolare?

ITALIA (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Darmian, Verratti (dal 30’ s.t. Motta), Pirlo, Marchisio, De Sciglio; Balotelli (dal 1’ s.t. Parolo), Immobile (dal 26’ s.t. Cassano). (Sirigu, Perin, Paletta, Abate, Aquilani, De Rossi, Candreva, Cerci, Insigne). All.: Prandelli.

Prandelli Italia

Fabio Ferrari – LaPresse

Prandelli, la Fiorentina e il ritiro

L’ultima volta che Prandelli si è visto in panchina è stato alla Fiorentina, che poi ha lasciato, dimettendosi, nel corso della stagione. E l’allenatore aveva dato l’addio con una lettera commovente, in seguito a risultati non all’altezza delle aspettative: “Firenze, 23 marzo 2021. È la seconda volta che lascio la Fiorentina. La prima per volere di altri, oggi per una mia decisione. Nella vita di ciascuno, oltre che alle cose belle, si accumulano scorie, veleni che talvolta ti presentano il conto tutto assieme. In questo momento della mia vita mi trovo in un assurdo disagio che non mi permette di essere ciò che sono.

Ho intrapreso questa nuova esperienza con gioia e amore, trascinato anche dall’entusiasmo della nuova proprietà. Ed è probabilmente il troppo amore per la città, per il ricordo dei bei momenti di sport che ci ho vissuto che sono stato cieco davanti ai primi segnali che qualcosa non andava, qualcosa non era esattamente al suo posto dentro di me. La mia decisione è dettata dalla responsabilità enorme che prima di tutto ho per i calciatori e per la società, ma non ultimo per il rispetto che devo ai tifosi della Fiorentina.

Prandelli

Foto Massimo Paolone/LaPresse

Chi va in campo a questo livello, ha senza dubbio un talento specifico, chi ha talento è sensibile e mai vorrei che il mio disagio fosse percepito e condizionasse le prestazioni della squadra. In questi mesi è cresciuta dentro di me un’ombra che ha cambiato anche il mio modo di vedere le cose. Sono venuto qui per dare il 100%, ma appena ho avuto la sensazione che questo non fosse più possibile, per il bene di tutti ho deciso questo mio passo indietro.

Ringrazio Rocco Commisso e tutta la sua meravigliosa famiglia, Joe Barone e Daniele Pradè, sempre vicini a me e alla squadra, ma soprattutto ringrazio Firenze che so che sarà capace di capire. Sono consapevole che la mia carriera di allenatore possa finire qui, ma non ho rimpianti e non voglio averne. Probabilmente questo mondo di cui ho fatto parte per tutta la mia vita, non fa più per me e non mi ci riconosco più. Sicuramente sarò cambiato io e il mondo va più veloce di quanto pensassi. Per questo credo che adesso sia arrivato il momento di non farmi più trascinare da questa velocità e di fermarmi per ritrovare chi veramente sono”.

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