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Serie A

Tudor-Yildiz, buona la prima ma stesso imperativo: otto finali per la conferma

L’1-0 rifilato al Genoa nel segno di Kenan Yildiz conferma la voglia di riscatto del turco: Tudor ci crede

Yildiz
Kenan Yildiz (LaPresse)

Una partita non fa un allenatore: è risaputo. Ma quando in poche manciate di ore riesci a rivitalizzare un gruppo con il morale sotto i tacchi, vuol dire che sei sulla strada giusta. È proprio il caso di dirlo dopo la prima da primo di Igor Tudor sulla panchina della Juventus. Si corre il serio rischio di scadere nel banale a fotografare l’impatto dell’ex vice di Andrea Pirlo sulla panchina bianconera. Ma l’1-0 rifilato al Genoa non solo riapre le ambizioni Champions per la Signora, ma conferma – prima di tutto – la rinascita di un gruppo. Definitiva o parziale lo dirà solo il campo nelle prossime settimane, ma dopo i primi 90’ il giudizio non può che essere positivo. Innanzitutto sotto il profilo della grinta e della determinazione. Poi sotto quello del gioco e dei singoli: su tutti Kenan Yildiz. 

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Tudor-Yildiz: l’intesa vincete schiaccia Genoa

Dal triplice fischio di Juve-Genoa, il popolo del web e dei social non parla d’altro. L’accoppiata Tudor-Yildiz piace e… convince. Strano a dirsi per un gruppo che, fino a qualche giorno fa, vagava nel buio e la sopportazione dei tifosi aveva raggiunto forse il livello più basso. E invece, il lampo del turco contro i rossoblù ha riacceso prima di tutto l’autostima della squadra. Una presa di coscienza, di consapevolezza dei propri mezzi che passa per una perla che in tanti hanno paragonato a quella del giovane Del Piero. Sarà per l’esultanza (le braccia larghe e la linguaccia “alla pinturicchio), ma soprattutto per la giocata (dribbling secco e tiro ad incrociare) ma il prodotto della Juve Next Gen ha fatto rivivere al pubblico dello Stadium un pomeriggio d’altri tempi. 

Yildiz

Kenan Yildiz (LaPresse)

Otto finali per la riconferma

Quello di una Juve compatta, cinica, che non ha mai dato l’impressione di poter sbagliare nonostante il Genoa sia andato vicino al gol con Pinamonti. Un salto nel passato, a quello che fino a qualche stagione fa era l’abitudine per i colori bianconeri. Merito della perla di Yildiz, che in campionato non segnava dal gol nel derby a inizio gennaio. Ma soprattuto, merito della mentalità e delle scelte di Tudor. Anche sulla posizione del turco: dopo settimane a pestare la linea laterale, il  10 è tornato più in qua, sulla trequarti. E l’esito di questa scelta è stato già che positivo. 

Yildiz Tudor

Igor Tudor (LaPresse)

Adesso per entrambi la prova più difficile: la prossima. O meglio, le prossime. Roma, Parma, Bologna, Lazio e Venezia in trasferta, Lecce, Monza e Udinese allo Stadium. Otto finali per dimostrare di essere da Juve: Tudor in panca, Yildiz in campo. 

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