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Dalla banca al tetto d’Europa: chi è Andrea Berta, il “milagroso” alla guida dell’Arsenal

Da capo filiale in banca alla guida dell’Arsenal: la storia di un predestinato

Andrea Berta
Andrea Berta (LaPresse)

In fin dei conti che c’è di male da passare da una scrivania di una banca a quella di uno dei club più importanti del calcio europeo? Verrebbe proprio da domandarselo a guardare la storia (e la vita) di Andrea Berta. Il fiore all’occhiello del calcio italiano che da poche ore è diventato il nuovo direttore sportivo dell’Arsenal. Storia di un predestinato partito da un paese della bassa bresciana, da Orzinuovi, dov’è nato e cresciuto Cesare Prandelli. Ma che nell’ultimo decennio sta facendo parlare tanto di se. 

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Andrea Berta, da capo filiale in banca alla guida dell’Arsenal

Ho seguito con grande interesse il modo in cui l’Arsenal si è evoluto negli ultimi anniha detto il dirigente nel comunicato – Ho ammirato il gran lavoro che è stato fatto nel restituire al club il ruolo di potenza del calcio europeo con un seguito appassionato in tutto il mondo. L’Arsenal ha grandi valori e una storia importante e non vedo l’ora di fare la mia parte nel plasmare un futuro di successo con una grande squadra. Non vedo l’ora di cominciare nel mio nuovo ruolo e di vivere la prima partita all’Emirates, assieme ai nostri grandi tifosi”.

Andrea Berta

Andrea Berta (LaPresse)

Ma come è riuscito a diventare uno degli uomini di calcio più stimati del panorama mondiale? Come detto, il futuro di Andrea Berta doveva essere un altro: in banca, dove era capo filiale. Ventidue anni fa, nel 2003, qualcosa è però cambiato. Strappato il contratto a tempo indeterminato, ha deciso di inseguire la sua passione: il calcio. E così è iniziata la carriera – un po’ per hobby, un po’ come passatempo – nelle categorie dilettantistiche bresciane fino ad arrivare in Eccellenza alla guida del Carpenedolo. 

L’eccellenza bresciana, il Genoa e l’arrivo all’Atletico Madrid

Attento a far quadrare i conti e con innate doti per la ricerca di talenti, riuscì nel doppio salto di categoria fino ad arrivare nella vecchia Serie C2. Era l’alba di una nuova era che da lì a poco sarebbe sbocciata in Serie A, al Genoa. Era il 2012 quando Andrea Berta fece il suo esordio da collaboratore in massima serie. Enrico Preziosi, ai tempi presidente del club, accettò di inserirlo nello staff del ds Carlo Taldo. Tra le fila del Grifo rimase poco, appena una stagione, prima di passare all’Atletico Madrid nel ruolo di braccio destro del direttore sportivo José Luis Caminero. 

Andrea Berta

Andrea Berta e Joao Felix (LaPresse)

Un clima ascendente che nel 2017 lo portò a vestire i panni di direttore tecnico del club. Ma sopratutto, si rivelerà vincente in campionato e non solo. Nel giro di qualche anno, l’Atletico mette in fila due titoli di campione di Spagna, un’Europa League, una Supercoppa Europea e due finali di Champions League. Traguardi e successi che elevano Andrea Berta nell’olimpo dei massimi dirigenti d’Europa e che adesso si appresta a mettersi alla guida dell’Arsenal. 

Gli acquisti più importanti del “Milagroso

Al di là dei successi personali, negli anni il passato in banca e la visione per i talenti del domani si sono rivelati i suoi due punti di forza. In Spagna lo hanno soprannominato “Milagroso”. Miracoloso, prodigioso. Aggettivo più calzante non poteva essere scelto per un direttore capace di intravedere in Rodri, ai tempi del Villarreal, un talento dalle qualità innate. Fu lui a volerlo all’Atletico e – in parte – è stato lui ad elevarlo nell’olimpo del calcio europeo con la vittoria del Pallone d’oro. Nelle trattative per portare i vari Oblak, Gimenez, Griezmann e Morata all’Atletico c’è il suo zampino. La mano di chi nel 2020 è stato nominato “miglior direttore sportivo dell’anno” e che adesso sarà chiamato a scrivere un’altra pagina di storia alla guida dell’Arsenal. 

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