Un colpo di testa per scacciare via i pensieri: Omar Marmoush si sta prendendo, di forza e talento, uno spazio sempre più consistente nelle dinamiche del Manchester City. In una stagione che rischia di rimanere indigesta per i campioni in carica della Premier League, è forse l’egiziano una delle poche note positive.
Marmoush, un altro egiziano alla conquista del calcio inglese
Che fosse un potenziale fenomeno, lo avevamo già capito nella prima porzione della stagione. La parentesi all’Eintracht ci aveva infatti restituito un giocatore totale, da “doppia doppia” abbondante di 20 gol e 14 assist. Rendimento che, unito alle esigenze di un City alle corde e con disperato bisogno di nuova linfa, ha portato ad un esborso economico da 75 milioni a gennaio. E dopo un breve periodo di assestamento, per adattarsi a nuovi compiti e ad un tipo di interpretazione del calcio diversa, il classe 1999 è entrato anche nell’orbita della squadra di Pep. Guardiola sta cercando di smussare qualche lato del suo carattere, per farlo adattare ad un vestito tattico ibrido e che vive di continui interscambi di posizione.
Lui però, ci mette peso offensivo e gol fondamentali: il sigillo dell’1-2 messo ieri contro il Bournemouth, regala una semifinale di Fa Cup che risuona come ultima chiamata per dare un senso alla stagione altrimenti scaricata di stimoli oltre al posto Champions da conquistare in Premier. Un certificato di presenza sempre più intensa nelle pieghe della partita, che dà continuità ai segnali lanciati prima della sosta per le Nazionali. Già contro il Brighton infatti, si era preso lo scettro di leader tecnico, dando impulsi ed entrando dalla porta principale su entrambi i gol (un rigore procurato e un gran destro ad infilare Verbruggen).

Omar Marmoush in gol contro il Bournemouth (LaPresse)
I numeri che confermano una grande crescita
La centralità del nuovo numero 7 dei “Citizens” è dimostrata dalle fredde statistiche, oltre che dalle giocate risolutive. In tutto, sono 11 le presenze finora accumulate in tenuta sky blue, con 695 minuti e 5 gol. Una media di 1 timbro ogni 139 minuti, la terza dietro a quella di Mc Atee (1 gol ogni 119,5 minuti) e a quella fuori scala di Haaland (1 marcatura ogni 114, 6 giri d’orologio, ma su un minutaggio ben più alto, di 3438 giri di lancette). Insomma, una nuova stellina brilla sotto la guida di Guardiola. Prime avvisaglie di un nuovo corso da aprire, e che molto probabilmente sarà guidato anche da Omar Marmoush.
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