Quattro allenatori, due direttori sportivi, due campagne acquisti spregiudicate e una classifica impietosa. Potrebbe riassumersi così la prima stagione in Serie C del Trapani targato Valerio Antonini. Un progetto tecnico, come ammesso dallo stesso Presidente dopo lo 0-3 in casa nel derby contro il Catania, che sta crollando a picco. O meglio, non è ma sbocciato. Sintomo di una mancanza di continuità e progettualità dopo una stagione – quella 2023-24 – chiusa dominando senza neppure troppe fatiche il Girone I di Serie D. Un anno dopo di quell’impresa non è rimasto nessuno. Solo il numero uno del club granata che adesso, a quattro giornate dalla fine, vede allontanarsi anche l’obiettivo minimo play-off.
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Ma come si è arrivati a tutto ciò? La risposta l’ha data lo stesso Antonio nel post-gara di Trapani-Catania. “Mi sono fidato delle persone sbagliate”, ha detto il patron granata. E a guardare i movimenti e le scelte, verrebbe proprio da dire che ha ragione. La riconferma in estate di Alfio Torrisi sulla panchina ne è la prova: dopo 180’ – un pareggio e una sconfitta – il fautore della promozione in C è stato messo alla porta. Fiducia dunque a Salvatore Aronica, ai tempi tecnico della Primavera, durata solo 16 partite. Dalla terza alla 18esima di campionato e nello 0-5 al Catania agli Ottavi di Coppa Italia Serie C. Anche in questo caso, la situazione è presto precipitata: sette risultati utili consecutivi (tre vittorie e quattro pareggi) poi la sconfitta contro l’Avellino che ha aperto alla crisi granata, culminata con l’esonero di Aronica dopo l’1-2 casalingo contro il Benevento.

Peppino Pavone, Valerio Antonini e Ezio Capuano (© Trapani Calcio)
Altro giro, numero allenatore. Anzi, rivoluzione totale: via il diesse Andrea Mussi, al suo posto Peppino Pavone e panchina affidata a Ezio Capuano. Il risultato? Catastrofico. Non solo sotto il profilo dei risultati (due vittorie, tre pareggi e due sconfitte in sette partite) ma soprattuto sotto del gruppo. Nelle ultime settimane, Valerio Antonini ha più volte sottolineato proprio questo. Su tutti, evidenziando come la cessione a gennaio di Facundo Lescano all’Avellino sia stata accelerata propio da dei dissapori interni con il tecnico di Pescopagano.
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Esonerato dopo il 2-0 di Biella contro la Next Gen, la panchina del Trapani è stata dunque affidata a Vincenzo Torrente. Forse il peggiore, sotto il profilo dei risultati, dei quattro allenatori che si sono succeduti alla guida del club. Eliminazione in Semifinale in Coppa Italia Serie C e crisi nera in campionato con sei sconfitte consecutive. Il risultato? Esonero, naturalmente e panchina nuovamente affidata a Sasà Aronica.
Un via-vai di allenatori senza contare che il Trapani può contare sul quarto organico più prezioso della Serie C (poco più di 6 milioni complessivi) alle spalle di Juventus NG, Benevento e Avellino. Inqualificabili gli investimenti – in estate e a gennaio – di una dirigenza partita con l’ambizione promozione e che adesso, a 360 minuti dalla fine dei giochi, rischia addirittura di essere immischiata nella zona play-out. Il il calendario recita: Latina e Benevento in casa, Team Altamura e Casertana in trasferta. Quattro partite prima di chiudere i giochi e spalancare le porte a una nuova – e sempre più probabile – rivoluzione.
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