L’ex Calhanoglu beffa il Milan
Finisce 1-1 il derby d’andata di Coppa Italia tra Milan ed Inter. Dopo lo 0-0 al 45‘, nella ripresa sblocca Abraham al 47′, ancora a segno dopo la rete decisiva in Supercoppa Italiana, pareggia Hakan Calhanoglu 20′ più tardi (67′). Nonostante la sfida di San Siro sia stata vibrante, la qualificazione si deciderà al ritorno.
Due aspetti, tuttavia, meritano una menzione particolare: la difficoltà della squadra di Simone Inzaghi contro il Diavolo in questa stagione, quarto confronto senza vittorie, con un bilancio di due sconfitte e due pareggi; l’ennesima grande prestazione dello stesso Calhanoglu contro la sua ex squadra. Il turco si conferma imprescindibile nello scacchiere nerazzurro, leader dentro e fuori dal campo, simbolo della Beneamata.

Hakan Calhanoglu sigla il gol dell’1-1 nel derby d’andata di Coppa Italia contro il Milan – Lapresse
La rivolta dell’ex: Calhanoglu bestia nera del Milan
Ogni volta che Inter e Milan si affrontano i ricordi vanno ovviamente all’estate del 2021 quando Calhanoglu divenne un nuovo calciatore nerazzurro, separandosi dai rossoneri a parametro zero. Un addio burrascoso, un tradimento che i tifosi milanisti non hanno mai perdonato al centrocampisto turco, anche per le dichiarazioni rilasciate post-trasferimento: “Sapevo che l’Inter era una squadra forte, anche perché hanno vinto molti derby contro il Milan: vinceva molto di più dei rossoneri”.
E invece il primo anno lo scudetto andò proprio al Milan, sua ex squadra, che vinse in volata contro l’Inter. A peggiorare la situazione anche il botta e risposta a distanza con Ibrahimovic: “Mandate un messaggio ad Hakan, ha cambiato maglia per arrivare due volte secondo”.
La rivincita è arrivata nella Supercoppa italiana, in terra araba, della stagione successiva. Un netto 3-0 che non ha lasciato scampo alla squadra allora allenata da Stefano Pioli: “Li abbiamo mangiati, 3-0, e mandati velocemente a casa”.
Oltre che davanti ai microfoni, l’ex Bayer Leverkusen si è sempre reso protagonista di performance importanti contro la sua ex squadra, lo dicono i numeri: in 15 partite Calhanoglu ha raccolte 7 vittorie contro il Milan, 4 pareggi e altrettanto sconfitte, mettendo a referto tre gol e quattro assist, una vera bestia nera. A proposito dell’ultimo dato, quando arrivò all’Inter, gli fu chiesto se fosse il re delle punizioni, ma lui ci aveva visto lungo: “Preferisco gli assist ai gol“.
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Intoccabile e insostituibile per Inzaghi
Come per la Roma, ne esiste una con e una senza Dybala, allo stesso tempo c’è un’Inter con e senza Calhanoglu. Il turco non è solo un elemento chiave per la Beneamata, è il cuore pulsante del gioco nerazzurro. La sua importanza nello scacchiere di Simone Inzaghi è innegabile e si riflette in ogni partita: quando lui c’è, l’Inter gira alla perfezione; quando manca, la squadra si smarrisce. Non a caso, il tecnico nerazzurro gli ha affidato il centrocampo dopo il drammatico problema cardiaco di Christian Eriksen, trasformandolo in uno dei migliori registi d’Europa.
I numeri, non solo quelli contro il Milan, parlano chiaro; con l’ex Bayer in campo, la squadra è più equilibrata, fluida e imprevedibile. Quando non c’è, la sua assenza si sente eccome: il primo derby della stagione, in campionato la dimostrazione è stata lampante; dopo la sua uscita, il Milan ha creato ben 13 occasioni da gol, mentre l’Inter ha perso completamente il controllo del gioco e il match (gol di Gabbia nel finale).

Calhanoglu (Inter) in un contrasto di gioco con Fofana (Milan) – Lapresse
Di recente, il turco ha rifiutato il Bayern Monaco per rimanere a Milano, un gesto che ha rafforzato ulteriormente il suo legame con il club e con i tifosi. Una scelta di cuore e di ambizione, consapevole di essere un pilastro imprescindibile della squadra che punta al secondo scudetto consecutivo. E proprio dalla sfida con i bavaresi passerà il futuro stagionale dell’Inter, che sogna di arrivare in fondo in tutte e tre le competizioni.
Anche Kristjan Asllani, suo sostituto naturale, fatica a reggere il confronto. Nonostante le doti tecniche, non ha ancora acquisito la personalità e la leadership necessarie per guidare il centrocampo interista. Il suo percorso di crescita sembra rallentato, e questo pone un grande interrogativo in viale della Liberazione: come colmare il vuoto quando Calha non c’è?
Per ora, la questione rimane in secondo piano: finché c’è Calhanoglu, l’Inter resta una macchina perfetta. Tuttavia, la dirigenza dovrà riflettere attentamente sul futuro e su come garantire un degno erede al turco. Nel frattempo, Inzaghi non ha dubbi: per raggiungere gli obiettivi stagionali, non si può prescindere da lui. Senza Calhanoglu, l’Inter non è la stessa.
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