Il derby di Manchester ai tempi di Guardiola e Amorim
E’ Pep Guardiola contro Amorim, atto terzo solo in questa stagione: il derby di Manchester non avrà sicuramente le ambizioni di classifica di qualche stagione fa, ma rimane uno snodo cruciale nella stagione di United e City. Due facce della stessa luna, accomunate da un processo di transizione ancora nelle sue fasi iniziali e lontano dalla parola “fine”. Eppure, il verdetto di oggi non accontenta nessuna delle due squadre, lasciando i “red devils” nelle sabbie mobili di metà classifica e non permettendo ai Citizens di superare il Chelsea.

Grealish Manchester City (Lapresse)
Uno 0-0 che riflette le enormi difficoltà nell’alzare i giri del motore da parte di entrambe le squadre. Per Guardiola però, è l’occasione di ritoccare leggermente un confronto diretto con Amorim che lo vedeva in netto svantaggio. Nei 2 precedenti stagionali, 2 sconfitte, tra cui il sonoro 4-1 subìto in Champions League e il derby d’andata. Bilancio arricchito anche da un passivo di 6 reti incassate e soltanto 2 graffi inutili nell’economia delle due sfide. In più, se a questo si aggiunge l’assenza di Haaland, che da solo fagocita il 37% delle reti segnate dal City in Premier League (21 sulle 57 totali), il risultato è maggiormente giustificabile.
Un pareggio frutto delle difficoltà offensive
Fatica immensa a trovare continuità, oltre ad una proposta spesso eccessivamente sotto ritmo. I problemi delle due facce di Manchester sono simili, nonostante l’abisso che le separa in classifica (United tredicesimo, City quinto). Lo 0-0 di stasera è lo specchio fedele di un cambio di pelle che sarà necessario, ma che ancora non sembra essere partito. In fase realizzativa, c’è stato un leggero miglioramento per entrambe dal mese di marzo, ma i numeri sono lontani dall’essere un segnale onesto di una squadra in salute. 11 gol in 7 partite (media di 1,57 per match) per i ragazzi di Amorim, 9 centri in 6 gare (media di 1,5 ad incontro) per la banda di Guardiola.

Amorim Manchester United (Lapresse)
In questo contesto abbastanza arido e sterile, si inserisce alla perfezione anche il discorso del terminale offensivo: il City dovrà rinunciare ad Haaland, con Marmoush che necessariamente dovrà cambiare marcia e con un Foden in flessione negativa (manca il bersaglio ormai dal 25 gennaio).
Lo United è invece alla disperata ricerca dei graffi di Hojlund e Zirkzee, che nei 2897 minuti giocati hanno trovato solo 6 timbri (tre ciascuno). Numeri impietosi, per due attaccanti sicuramente di prospettiva ma che non riescono a scuotersi dal torpore. In sostanza, la stracittadina ci ha confermato i rapporti di forza e le difficoltà di due realtà ancora alla ricerca della propria identità. In vista della prossima stagione, servirà un sostanziale cambio di passo.
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