Il Liverpool si inchina al Fulham: i Cottagers sognano l’Europa
Mac Allister illude il Liverpool; Sessegnon, Carvalho e Rodrigo Muniz firmano la rimonta e un successo storico che lancia il Fulham nelle zone nobili della classifica di Premier League. A distanza di 14 anni (2011) dall’ultima volta l’Europa torna ad essere una concreta possibilità per i Cottagers che, ranking alla mano, potrebbero addirittura essere una delle cinque squadre a partecipare alla prossima edizione della Champions League. La squadra di Marco Silva dovrà fare attenzione alla folta concorrenza composta da Manchester City, Aston Villa, Brighton, Bournemouth, Newcastle, eventualmente anche Crystal Palace, ma il 4° posto, momentaneamente occupato dal Chelsea, dista solo cinque lunghezze.
Fulham, il Liverpool non perdeva da settembre
La sconfitta del Liverpool non stravolge più di tanto gli equilibri nella corsa al titolo di Premier League. I Reds, grazie al pareggio esterno dell’Arsenal contro l’Everton, mantengono comunque un vantaggio di undici punti sui Gunners.
Ad impreziosire il successo del Fulham è il fatto che la squadra di Slot non perdeva in campionato da settembre, dal ko casalingo contro il Nottingham Forest, altra squadra rivelazione dell’attuale stagione. Da lì in poi, 19 successi e sette pareggi, 26 gare consecutive senza mai perdere, un ruolino di marcia invidiabile che ha permesso alla compagine allenata dall’ex tecnico del Feyenoord di mettere tra sè e le dirette concorrenti un divario rassicurante che dura tuttora.
I londinesi si confermano tra le poche squadre ad aver realmente messo in difficoltà il Liverpool in questa stagione: pareggio in rimonta ad Anfield (2-2) e vittoria nel match di ritorno, per un bottino complessivo di quattro punti su sei disponibili. Non solo, il recente successo per 3-2 è un risultato storico poichè il Fulham non batteva il Liverpool a Craven Cottage, davanti al pubblico amico, dal 2011 (1-0, rete di Clint Dempsey). In quella stagione, 2011-2012, i Cottagers parteciparono anche all’Europa League. Coincidenze?
La favola di Marco Silva
Nel cuore pulsante di Craven Cottage, lungo le rive del Tamigi, Marco Silva sta scrivendo una delle storie più intriganti del calcio inglese recente. Dopo aver guidato il Fulham alla promozione in Premier League nella stagione 2021-2022, il tecnico portoghese ha saputo trasformare una squadra incerta in un collettivo solido, spettacolare e tremendamente credibile. Il segreto? Una miscela letale di idee chiare, disciplina tattica e una straordinaria capacità di adattamento al contesto.
Eppure, l’annata attuale non era iniziata sotto i migliori auspici. Dopo il doloroso addio di Mitrovic nel precedente campionato, il mercato estivo ha privato Silva di altri tre pilastri: Palhinha (volato a Monaco per vestire la maglia del Bayern), Carvalho e Adarabioyo. Una vera e propria emorragia tecnica e identitaria che avrebbe potuto affossare chiunque — ma non lui. L’ex allenatore di Sporting Lisbona e Olympiakos ha stretto i ranghi e compiuto l’ennesima magia: ha rivitalizzato giocatori del calibro di Adama Traoré, Alex Iwobi, Emile Smith Rowe e restituito fiducia e motivazione a un gruppo apparentemente privo di slancio.

Harrison Reed (Fulham) e Marco Silva, allenatore Fulham . Lapresse
Il risultato? Un Fulham che incarna equilibrio, ordine e – soprattutto – una forte identità tattica. In una Premier League dove spesso l’efficacia soffoca l’estetica, Marco Silva ha sovvertito le regole non scritte, costruendo una squadra che gioca bene e vince con intelligenza. Il suo marchio di fabbrica è un 4-2-3-1 camaleontico, capace di adattarsi agli avversari senza mai snaturarsi, unito a una leadership empatica e a una cura ossessiva per i dettagli.
In terra d’Albione molti lo considerano il miglior allenatore londinese, persino sopra nomi più blasonati come quelli di Mikel Arteta e Enzo Maresca. Anzi, sembrerebbe che il Tottenham starebbe monitorando da vicino l’operato del tecnico lusitano che potrebbe sostituire Postecoglu sulla panchina degli Spurs nella prossima stagione.
Da Leno a Rodrigo Muniz, che numeri!
Guardando ai dati, è evidente che il Fulham non sia solo un progetto romantico, ma anche una macchina ben oliata sul piano tecnico e statistico. Quarto in Premier per punti attesi (xPoints), con una media di appena 11 tiri concessi a partita – meglio del Manchester City e alla pari con il Newcastle – la squadra di Silva coniuga bellezza estetica ed efficacia difensiva.
Il portiere Bernd Leno è tra i più reattivi della lega (80 parate), mentre la rotazione offensiva – in cui si alternano Traoré, Wilson, Willian, Jiménez e Muniz – garantisce imprevedibilità e freschezza. Quest’ultimo ha segnato più gol dalla panchina (cinque) di qualsiasi altro giocatore in Premier League questa stagione.

Esultanza Fulham – Lapresse
L’Europa e il record di punti
Con 48 punti a 7 giornate dalla fine, il Fulham ha rilanciato la sua stagione. Il successo contro il Liverpool ha spento l’amarezza per l’eliminazione in FA Cup, per mano del Crystal Palace, e ha riacceso l’entusiasmo dei tifosi bianconeri. Ora l’obiettivo è doppio: oltre alla corsa per un piazzamento europeo, in palio c’è anche il record storico di punti in Premier League, fissato a 52, ampiamente alla portata.
L’ultima volta in Europa
Una stagione di livello comparabile a quella attuale, il Fulham l’aveva vissuta nel 2009, quando concluse il campionato al 7° posto, davanti a Manchester City, Tottenham e West Ham, conquistando l’accesso all’Europa League.
Sotto la guida di Roy Hodgson, dopo aver superato i turni preliminari, la squadra si piazzò seconda nel girone dietro alla Roma. Da lì iniziò una cavalcata storica: eliminò lo Shakhtar Donetsk, la Juventus (ribaltando un pesante 3-1 dell’andata con un clamoroso 4-1 ai supplementari), il Wolfsburg campione di Germania in carica, e infine l’Amburgo in semifinale. Si arrese solo in finale all’Atlético Madrid, che vinse 2-1: la prima e unica finale europea della storia del club.
L’ultima apparizione europea risale invece alla stagione 2011-2012, quando il Fulham – nonostante il 9° posto in Premier – ottenne un posto nei preliminari grazie al ranking Fair Play UEFA. Superò tutti i turni iniziali, ma venne eliminato nella fase a gironi, chiudendo alle spalle di Twente e Wisla Cracovia.
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