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Lewandowski come Beatrix Kiddo: il dato mostruoso dell’ammazza-ex contro il Borussia Dortmund

Robert Lewandowski ha centrato ancora il bersaglio contro il Borussia Dortmund, che si conferma essere la sua vittima preferita

Robert Lewandowski
Robert Lewandowski Barcellona (LaPresse)

Robert Lewandowski in versione “remake di Kill Bill”

“La sposa” ma senza vestito bianco e Katana: le armi con cui Robert Lewandowski affetta puntualmente la sua ex squadra sono altre. Due piedi che sanno essere di seta, ma anche affilati come fossero creazioni di Hattori Hanzo. E in più, quell’istinto da killer che lo piazza sempre dalla parte giusta della storia. Contro il Borussia Dortmund, arriva l’ennesimo morso del cobra, che affonda i gialloneri. Per gli amanti delle fredde statistiche, è il decimo in questa edizione della Champions League. Ma è anche il 29esimo su 28 partite giocate contro il BVB, quel club che quando lo incontra sprofonda in incubi degni di Freddy Krueger. E in questo eterno gioco di ruoli tra carnefice e vittima, il Dortmund si riconferma come il suo avversario preferito: 27 timbri ai tempi del Bayern, due con la maglia del Barcellona; insomma, cambia la casacca ma non le abitudini alimentari.

Barcellona Lewandowski esultanza

Barcellona Borussia Dortmund esultanza Lewandowski (LaPresse)

Numeri impietosi, che confermano un carattere da redivivo di un attaccante che sta invecchiando come un buon vino. E’ arrivato anche quest’anno a 40 gol stagionali, ma ha raggiunto anche un altro record: il polacco è infatti il primo nella storia ad aver centrato la doppia cifra di reti in Champions League con tre squadre differenti. Ci è riuscito sotto l’ombra del “muro giallo” nel 2012/13, stagione conclusa con la finale scivolata via per quello slalom di Robben. Ha replicato poi nella mostruosa annata 2019/20, culminata con la Coppa dalle grandi orecchie alzata in cielo (lì addirittura i centri furono 15). E in questa annata siamo a 11 in altrettante gare, con un cammino che si prospetta ancora lungo.

Quando si supera la prova del tempo con la lode

Robert Lewandowski assomiglia sempre più da vicino ad una trasposizione nella vita vera del “ritratto di Dorian Gray”. E mentre ci scervelliamo nel cercare il suo doppio segnato dallo scorrere del tempo, quello che si allaccia le scarpe e va in campo domina costantemente e offre masterclass di come si interpreta il ruolo di attaccante. Anche ieri sera, un saggio di istinto puro e cinismo: legge la sponda di Raphinha e, senza equilibrio, recupera la postura e schiaccia in porta. La doppietta la firma sfruttando la profondità dettata da Fermin Lopez e calciando di collo pieno sul servizio dello spagnolo. Nel mezzo, una vagonata di contatti fisici, di sponde per aprire scenari ai compagni e di lavoro da raccordo offensivo.

Raphinha e Lewandowski (Barcellona)

Raphinha e Lewandowski (Barcellona) – Lapresse

Le statistiche nell’annata europea sono la firma sul capolavoro. In 11 presenze, con 79 minuti per allacciata di scarpe, “Robocop” calcia 32 volte, con una media di 2,91 volte a match. Di queste, 18 sono conclusioni nello specchio: il che si traduce in un impressionante 61% di realizzazione estraendo dall’equazione i tiri lontani dal bersaglio. Un cecchino di prim’ordine, che con Flick ha ritrovato il killer instinct dei tempi migliori e non intende piegarsi a quel “tic tac” che indica lo scorrere delle lancette.

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