La Roma sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua storia recente: cinque punti nelle prime sei partite del campionato rappresentano l’inizio peggiore dei giallorossi in tutte le edizioni di Serie A a cui hanno pareggiato, frutto di una sola vittoria con l’Empoli, due pareggi con Salernitana e Torino e ben tre sconfitte tra Verona, Milan e Genoa. Proprio quella con i rossoblù è la batosta che ha fatto più male, visti i quattro gol incassati nell’arco dei 90‘ nel match di Marassi, la quale ha allontanato ancor di più la Roma dalla zona Champions League.
Una situazione che non ha di certo reso felice i tifosi, anzi: i supporter giallorossi, al termine del match con il Genoa, hanno ricevuto sotto il settore ospiti tutta la squadra, facendo esplodere una contestazione civile, ma dura, in cui gli oltre 2000 tifosi presenti allo stadio hanno fatto partire una serie di cori che lasciano poco spazio all’immaginazione, del tipo “Vogliamo solo rispetto”, “Fuori le p***e”, “C’avete rotto il c***o”.
Non si è fatta attendere la risposta del tecnico giallorosso, il quale al termine della partita, nella conferenza stampa post-match, ha espresso il proprio pensiero riguardo la vicenda: ““Cosa mi aspetto dai tifosi? I giocatori sono andati sotto il settore e anche io solo per rispetto. Io non parlo tanto, i tifosi sanno quello che sento e penso che sanno perfettamente che il mio dolore non è personale, solo come professionista, ma è anche per tutti loro che sono fantastici. Quello che mi aspetto dai miei giocatori è che nella partita di domenica contro il Frosinone, che è solo di 3 punti perché non ce ne darà 6, 7 o 10, metteranno tutto quello che hanno anche con la pressione che sentiranno allo stadio. Se i tifosi avranno una reazione negativa dobbiamo avere coraggio di giocare con questa pressione extra, perché dopo il coraggio e il rispetto che noi abbiamo al 100% ed è intoccabile, serve qualcosa di più. Non ho detto io a loro di andare sotto il settore ospiti ma è stata la loro iniziativa e sono io che sono andato con loro. Loro sanno cosa vuol dire essere romanisti, questo è fuori questione. Non bisogna dire nulla di più: il nostro è un doppio dolore perché siamo romanisti e siamo professionisti. Domenica andremo con loro all’Olimpico occhi negli occhi.
Foto: Lapresse
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