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Nazionale, la difficile cura di Luciano Spalletti e un materiale umano a disposizione che non permette voli pindarici

Sono passati esattamente 131 giorni da quel 18 agosto. Non una data a caso. In quel torrido venerdì estivo, infatti, Luciano Spalletti diventava il nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio. Dopo il clamoroso addio di Roberto Mancini, la FIGC si era mossa in tempi celeri per strappare il “sì” del tecnico di Certaldo che aveva appena conquistato lo storico terzo scudetto della storia del suo Napoli e aveva anche salutato la piazza partenopea.

UN PERCORSO IN SALITA

L’uomo giusto al momento giusto, si potrebbe dire. Quando ha firmato il suo contratto con la formazione azzurra, Luciano Spalletti sapeva che stava per intraprendere un cammino affascinante quanto difficile. Oneri e onori, come sempre per chi si siede sulla panchina dell’Italia. Ma, oggettivamente, in questo caso l’asticella del livello di difficoltà si è ulteriormente alzata per l’allenatore 64enne.

DUE OBIETTIVI BEN CHIARI

Luciano Spalletti, come ha spiegato al momento della presentazione, non ha potuto dire di no alla chiamata della FIGC. Certe occasioni sono irrinunciabili. Alle difficoltà ci si penserà poi, dopo aver messo nero su bianco. Nel caso dell’ex tecnico di Napoli, Zenit e Udinese, poi, le criticità erano davvero numerose. Una dietro l’altra. In primo luogo c’era da condurre in porto una qualificazione ai Campionati Europei di Germania 2024 tutt’altro che scontata (come si è poi visto in campo fino allo striminzito 0-0 nel match decisivo contro l’Ucraina), quindi da iniziare a comporre un gruppo valido e di qualità proprio verso la kermesse continentale.

IL MOMENTO DELLA NOSTRA NAZIONALE

Il primo obiettivo è stato raggiunto, evitando le “forche caudine” degli spareggi del mese di marzo, il secondo è ancora assolutamente in divenire e la sensazione nettissima è che sarà la vera “impresa” per il mister toscano. Mai come in questa era storica la nostra Nazionale sta facendo fatica. I fuoriclasse sono tutti altrove e anche giocatori di livello europeo e abituati ai palcoscenici più scintillanti sono oggettivamente pochi. Se il successo agli Europei del 2021 è stato all’insegna del mese “perfetto” di ogni giocatore, pensare ad un bis in Germania è pressoché utopistico. L’Italia non parte assolutamente nel novero delle favorite ma in questa edizione sarà davvero nelle retrovie. Uno scenario che, solitamente, ci fa bene. Giocare senza pressioni potrebbe essere la spinta ideale per far rendere al meglio la rosa.

TUTTI I DUBBI VERSO GERMANIA 2024

Già, una rosa tutta da allestire. Luciano Spalletti sarà chiamato a decisioni importanti e nette. Credere ancora nel capitano Ciro Immobile o preferire un’altra tipologia di centravanti? Puntare su un centrocampo dinamico o di palleggio (contando anche la pesante assenza di Sandro Tonali)? Assemblare una difesa a 3 oppure a 4? Come si può vedere i dubbi e le domande non mancheranno. Dal primo match del nostro Europeo (Italia-Albania del 15 giugno alle ore 21.00 a Dortmund) mancano ancora 171 giorni. Sembrano tanti, ma come confermerà il commissario tecnico azzurro il tempo stringe. Occorrerà trovare la giusta chimica di squadra, l’unione d’intenti perfetta e, soprattutto, allestire un gruppo di qualità e sostanza. Al momento la Serie A ci sta proponendo ben poco a livello di nomi nuovi, per cui trovare i giusti ingredienti non sarà semplice ma, come detto, il tecnico di Certaldo è il primo a saperlo…

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