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Calcio italiano

Il calcio italiano e lo scarso appeal all’estero. Il confronto con la Supercoppa di Spagna e gli stadi gremiti

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Foto: LaPresse

9.762 spettatori. Anzi, per essere più incisivi nell’analisi, 9.762 spettatori sui 25.000 posti a disposizione. Lo Stadio dell’Università Re Sa’ud, conosciuto anche come Al-Awwal Park di Riad, in Arabia Saudita (dove gioca i propri match casalinghi l’Al-Nassr di Cristiano Ronaldo) ha messo in mostra un messaggio ben chiaro. Lo ha sottolineato in maniera evidente. La Supercoppa Italiana e il calcio nostrano non hanno certo fatto breccia nei cuori del pubblico saudita.

Vedere le immagini degli spalti semi-vuoti durante la prima semifinale di ieri, quella tra Napoli e Fiorentina, è stato davvero desolante. Il giallo dei seggiolini che dominava la scena. Uno quadro ben poco soddisfacente per il calcio italiano. La missione in Arabia Saudita, ovvero creare una Final Four innovativa, voleva portare di pari passo il risultato sportivo con i conti economici. I 23 milioni di euro di introiti garantiti, dopotutto, fanno gola alle anemiche casse della calcio nostrano, ma tutto ha un prezzo?

La domanda, però, rimane: ha senso consegnarsi ai petro-dollari sauditi per uno scenario simile? Dare un calcio alla tradizione per il mero guadagno? Vedremo questa sera alle ore 20.00 se, per Inter-Lazio, la seconda semifinale della Final Four, la situazione migliorerà nell’impianto di Riad. Napoli-Fiorentina, però, ha fatto suonare un campanello d’allarme. Molto forte. Appena un terzo di uno stadio, piccolo per giunta, riempito. Il richiamo dei campioni d’Italia, non ha fatto breccia nel pubblico.

Se la situazione non fosse già preoccupante di suo, il confronto è ancor più stridente se parametrato con la Supercoppa di Spagna, disputata pochi giorni fa. Nello stesso stadio. Il Real Madrid di mister Carlo Ancelotti che schiantava il Barcellona per 4-1. La cornice di pubblico era di ben altro livello. 24.000 spettatori paganti. Stadio pieno. Clima entusiastico. L’ennesima conferma che il calcio italiano a livello internazionale ormai assomigli molto alla classica “provincia dell’impero”. Occorreranno tempo e progetti lungimiranti per tornare in auge. Che il mondo del calcio di casa nostra sia in grado di fare tutto ciò, tuttavia, è ben lontano dall’essere scontato.

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