LAZIO
PROVEDEL – Nel primo tempo merita un ricco NG. Nella ripresa almeno deve alzare la soglia dell’attenzione, ma nulla di preoccupante. 6,5
MARUSIC – È lui che deve prendere in consegna Leao, sulla carta il pericolo pubblico numero uno, ma la cosa non lo preoccupa affatto. Così inizia anche a spingere e in una delle sue puntate offensive brucia il narcolettico Dest e provoca il raddoppio di Zaccagni. Di fronte al portoghese sembra letteralmente un gigante. 7,5
LAZZARI – s.v.
CASALE – Giroud prima, Origi poi, non gli fanno neppure il solletico, per Casale è serata di libera uscita. 6,5
ROMAGNOLI – Dopo tanti Lazio-Milan vissuti on the dark side of the moon, costretto a cantare l’inno laziale con la maglia rossonera tirata fin sopra al naso per non farsi scoprire, finalmente il ragazzo di Anzio può urlare a squarciagola il proprio amore per l’Aquila di fronte alla squadra con cui ha appena vinto uno scudetto. Emozioni forti per uomini duri e Alessio conferma di essere pronto, facilitato anche da un Milan troppo brutto per essere vero. Governa la sua area di rigore con irrisoria e disarmante semplicità, aumentando i rimpianti di Maldini e Massara. 7,5
HYSAJ – Messias dalla sua parte è tutt’altro che un avversario ostico: subisce una volta la percussione del brasiliano ma è bravo a metterci subito una pezza. 7
MILINKOVIC – Era annunciato in difficoltà post-Mondiale. E meno male: il serbo prende nota e dopo appena 4 minuti timbra il cartellino e porta la Lazio in vantaggio. Fisico e tecnica al servizio della squadra. 7
BASIC – s.v.
CATALDI – Con una finta a centrocampo mette letteralmente a sedere Bennacer, non proprio un pivello. Segnali di crescita costante per il centrale romano. Sempre più affidabile anche in fase difensiva, ormai una certezza per mister Sarri. 7,5
MARCOS ANTONIO – s.v.
LUIS ALBERTO – Sembrava sul punto di salutare la comitiva ma nel frattempo Sarri l’ha lucidato per bene consegnandogli una maglia da titolare da sfoggiare contro i Campioni d’Italia. Una sua apertura illuminante al tramonto del primo tempo mette Zaccagni solo davanti alla porta. Glaciale nella trasformazione del rigore, addirittura illuminato nell’assist per Felipe Anderson che seppellisce definitivamente gli ex campioni d’Italia. 8
PEDRO – Se cercate su google la voce “usato sicuro” al primo posto appare il nome di Pedro Eliezer Rodríguez Ledesma, in arte Pedro. Una garanzia per Sarri e per il popolo biancoceleste. Sua la finta geniale in occasione del vantaggio laziale che manda al bar l’intera difesa rossonera. Brucia Kalulu sul tempo e guadagna il rigore che vale il 3-0 per la Lazio. 7,5
ROMERO – s.v.
FELIPE ANDERSON – È il regista offensivo della Lazio. Da un suo movimento “sarriano” nasce il primo gol laziale, ma fa un milione di cose giuste e alla fine segna con classe cristallina il gol del 4-0. 7,5
ZACCAGNI – Arriva alla sfida contro il Milan più caldo di un termosifone, di sicuro l’uomo più in palla della compagine biancoceleste. Naturale che il gol, dopo appena 4 minuti, nasca dall’assist prezioso dell’ex veronese. Ancora più logico che la firma sul raddoppio sia proprio di Zac, che dalle sue parti fa letteralmente a fettine il malcapitato Calabria. 8,5
SARRI – Il KO di Immobile lo priva del suo miglior realizzatore ma alla fine gli consente di srotolare sul prato dell’Olimpico il modulo che l’ha reso celebre: il 4-3-3 con un finto centravanti che diventa spesso illeggibile per le difese avversarie. E infatti dopo nemmeno 4 minuti il movimento a uscire di Felipe Anderson inganna le belle statuine rossonere consentendo a Milinkovic di segnare. Da lì in poi gli altoparlanti dell’Olimpico diffondono la cavalcata delle Valchirie e per il Milan non c’è storia. 8
MILAN
TATARUSANU – L’unica differenza sostanziale rispetto al Milan che il 24 aprile espugnò l’Olimpico è proprio Tata tra i pali al posto di Eagle Mike, ma non può essere solo sua la colpa di tanto sfacelo. Il problema del Conte Vlad è che in questo momento storico gli avversari arrivano da tutte le parti senza che lui possa fare nulla. E infatti raccoglie per ben due volte il cuoio in fondo al sacco solo nel primo tempo, altre due nella ripresa. Responsabile nell’occasione del rigore e rivedibile, per usare un eufemismo, con i piedi. 4,5
CALABRIA – Zaccagni lo salta come e quando vuole, dando una sensazione di onnipotenza irritante, ma niente, dal capitano rossonero calma piatta. Tenta una scorribanda sulla fascia sinistra con il risultato che, persa palla, la Lazio va a sfiorare il terzo gol, ancora dalla sua parte. Protagonista in negativo anche della quarta marcatura laziale. Notte da incubo. 3
KALULU – Risucchiato dal movimento a uscire di Felice Anderson, lascia in mezzo all’area un cratere nel quale si infila Milinkovic che segna dopo 4 minuti. Il rigore che sigilla il match a metà ripresa è tutto da addebitare a lui, rade al suolo Pedro che gli arriva alle spalle mentre il francese schiaccia un pisolino e frittatone servito. 4
TOMORI – Complice tutt’altro che secondario in occasione del vantaggio laziale, conferma la sensazione inquietante offerta nelle ultime uscite perdendo un pallone sanguinoso a inizio gara. Esce per un problema muscolare al 22’. Chissà che un po’ di riposo forzato non faccia bene anche a Fikayo. 5
KJAER – Tempismo e mestiere al servizio di una squadra in disarmo. Sul finire del primo tempo salva su Zaccagni ed evita al Milan l’umiliazione del terzo gol a metà gara. Poi anche lui è travolto dallo tzunami laziale. 5
DEST – Il suo destino in estate appare segnato vista la cifra scritta sul contratto per il suo riscatto dal Barcellona (20 milioni), ma il ragazzo sente che è arrivato il momento di mettere dei dubbi nella testa di Pioli e Maldini e inizia il match con energia e voglia di lottare. Poi si addormenta, prendendo esempio da tanti sui compagni, e si fa beffeggiare da Marusic che dà vita al raddoppio laziale. L’americano non sembra proprio uno su cui poter fare affidamento, al di là dell’oggettivo momento buio della squadra. 4
TONALI – L’uomo della provvidenza appena 275 giorni fa (suo il gol al 94’ che regalò il successo al Milan e la spinta necessaria verso lo Scudetto) gioca per il riscatto dopo l’oscura prestazione in Super Coppa. Invece niente, pronti via e si perde Milinkovic che buca Tatarusanu. Tenta il riscatto con un sinistro radente al 19’ che finisce placido tra le braccia di Provedel. Sbaglia passaggi anche semplici e si vede che in questo momento non è lui. 4
BENNACER – Fa una gran fatica a trovare spazio tra le maglie strette del centrocampo laziale ed è evidente il suo disagio tanto che al primo fischio contro, protesta e rimedia un giallo con oltre un’ora da giocare. Sfiora il gol a inizio ripresa con una pennellata su punizione che scortica il palo alla sinistra di Provedel, ma non basta a risollevare i suoi. 4,5
MESSIAS – Pioli lo schiera a sorpresa dal primo minuto, ma Junior non fa nulla per meritare la fiducia dei tecnico: quelle rare volte che riesce a prendere palla si ingobbisce e la perde. 4
SAELEMAEKERS – Nervosissimo, cerca la rissa con Hysaj. 5,5
BRAHIM DIAZ – Il folletto rossonero si accende all’improvviso al 18’ e crea i presupposto per una pericolosa ripartenza. Poi si adegua al ritmo della squadra e viene risucchiato dal nulla cosmico generale. 5
DE KETELAERE – Entra con la forma del cuscino ancora stampata sulla guancia. 5
LEAO – Al momento del capannello a centrocampo primo del fischio d’avvio, mentre capitan Calabria fa il suo discorso alla squadra, Rafa si guarda intorno pensando ai fatti propri. Segnale non proprio incoraggiante circa la concentrazione del ragazzo. E infatti non ne fa una giusta. Come a Riad si incaponisce nel voler fare tutto da solo. E come a Riad non ci riesce. Il Leao che sfoderava assist a pacchi da 4 a partita sembra un lontano ricordo. Esce a testa bassa a 10 minuti dalla fine. Il suo procuratore farebbe bene a non farsi vedere a Casa Milan in questi giorni perchè la proposta di rinnovo per il portoghese potrebbe essere decurtata del 70%. 3
REBIC – s.v.
GIROUD – Lo sforzo maggiore del francese nel primo tempo e la sbracciata furiosa nei confronti dei compagni, rei di non riuscire a recapitargli un pallone che è uno. 5
ORIGI – Un altro che meriterebbe di finire a “Chi l’ha visto”. 5
PIOLI – Se, come diceva Agatha Christie, un indizio è un indizio, due sono una coincidenza, tre sono una prova, non c’è dubbio che la terza partenza a handicap consecutiva per il Milan rappresenti un segnale inequivocabile di allarme rosso. Il primo tempo del Milan è identico a quello di Lecce e quello contro l’Inter. La squadra sembra aver perso le spaziature, oltre che coraggio, energia, entusiasmo e voglia di sacrificarsi l’uno per l’altro. Ognuno gioca per conto proprio e i risultati si vedono. A mezz’ora dalla fine la mossa della disperazione: triplo cambio in salsa belga e subito calcio di rigore per la Lazio causato dall’ennesima dormita dei milanisti. Fermate il mondo, voglio scendere. 4
Continua a leggere le notizie di OA Sport Calcio e segui la nostra pagina Facebook