Sono passati pochissimi giorni, ma la delusione è ancora notevole. Lacerante. L’Italia ha concluso in largo anticipo il suo cammino nei Campionati Europei di calcio di Germania 2024, confermando come in questo periodo storico il pallone nostrano non goda di buona salute. Nemmeno accettabile. Non siamo al “De profundis”, dopotutto 3 anni fa eravamo sul tetto d’Europa, ma molto lontani dal blasone della nostra Nazionale.
Pochi istanti dopo il triplice fischio di Italia-Svizzera, sin dalla pancia dell’Olympiastadion di Berlino si è levata una domanda inevitabile: “Luciano Spalletti è l’uomo giusto al posto giusto”? Il commissario tecnico della nostra nazionale è in grado di gestire ruolo e pressioni? Fare l’allenatore di squadra di club è una cosa, fare il selezionatore, ben altro.
La sensazione è che il tecnico di Certaldo si debba ancora calare nella sua nuova posizione al 100%. Catapultato sulla panchina dell’Italia in fretta e furia sotto il sole di Ferragosto 2023, il fresco tecnico campione d’Italia con il Napoli ha dovuto bruciare le tappe. Prima per portare la nostra formazione agli Europei (non senza fatica), quindi per comporre una rosa di valore nella manifestazione continentale.
Come si è visto il secondo obiettivo è andato ampiamente a vuoto. Errori di convocazioni. Errori tattici. Errori a livello di stabilità del progetto. In poche parole, Luciano Spalletti ha sbagliato. Molto. Non tutto. Ora riuscirà a rimettere a posto tutti i cocci? Riuscirà in primis a ottenere di nuovo credibilità agli occhi del gruppo? Molti, com’è ben noto, hanno chiesto la sua testa post-Europeo, ma le alternative concrete scarseggiato. Max Allegri? Stefano Pioli? Molto più probabile che il progetto “spallettiano” prosegua con la Nations League. Ma, se le cose dovessero precipitare, potremmo attenderci di tutto nei prossimi mesi…
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