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Perché UEFA e FIFA minacciano di sospendere l’Italia dai grandi eventi? Le ragioni politiche e la soluzione

From left to right: FIFA President Gianni Infantino, UEFA president Aleksander Ceferin, and Turkish President Recep Tayyip Erdogan, before the Champions League final soccer match between Manchester City and Inter Milan at the Ataturk Olympic Stadium in Istanbul, Turkey, Saturday, June 10, 2023. (AP Photo/Manu Fernandez)

Una lettera di qualche giorno fa, scritta a quattro mani dalla FIFA e dall’UEFA, ha terrorizzato di fatto l’intero sistema calcistico italiano. Perché i due organi calcistici più importanti dello sport più seguito al mondo hanno minacciato la FIGC? Tutto sta nell’approvazione, avvenuta venerdì 12 luglio nella VII Commissione della Camera dei Deputati, dell’emendamento Mulé sul “decreto legge sport”, secondo il quale le leghe professionistiche avrebbero una loro autonomia rispetto alla Federcalcio e, in particolare, un potere di veto e di autodeterminazione pressoché assoluto della Serie A.

Una revisione dell’attuale legislazione che conferirebbe maggior potere alla Lega Serie A, considerata la “Confindustria del calcio” e componente che contribuisce di più in termini economici. “Se dovesse essere adottato e reso esecutivo nella sua formulazione originale, o anche in una nuova con sostanzialmente gli elementi trattati, non ci sarebbe altra scelta che sottoporre la questione agli organi competenti per l’esame di misure, inclusa un’eventuale sospensione della Figc. Un fatto che, tra l’altro, renderebbe incompatibile l’Italia quale Paese co-ospitante della fase finale del Campionato Europeo UEFA 2032”. Queste le parole minacciatorie presenti nella lettera inviata alla FIGC da Gianni Infantino e Aleksander Ceferin, presidenti di FIFA e UEFA.

L’emendamento originario, però, è stato rivisto per andare incontro alle “richieste” delle due confederazioni calcistiche più influenti al mondo. L’articolo 1-bis recita ciò: “Nel rispetto degli statuti delle federazioni di riferimento al fine di garantire una adeguata rappresentanza nei sistemi federali di cui al presente articolo, negli sport a squadre composte da atleti professionisti e con meccanismi di mutualità generale previsti dalla legge, le leghe sportive professionistiche hanno diritto a una rappresentanza equa negli organi direttivi delle federazioni sportive nazionali di riferimento che tenga conto anche del contributo economico apportato al relativo sistema sportivo“.

Una formulazione che di fatto salva la FIGC, la Nazionale e tutte le squadre di club. Nella prima versione dell’emendamento, le leghe professionistiche avevano la possibilità di pubblicare statuti, regolamenti e aver piena autonomia di organizzazione rispetto alle rispettive federazioni. Emendamento che comunque modificherà i rapporti di forza tra le leghe calcistiche italiane, con la Serie A che potrà disporre di un peso sicuramente maggiore rispetto al passato nel Consiglio Federale. Vedremo se effettivamente la lega del massimo campionato italiano avrà più influenza nella Federcalcio nei prossimi mesi.

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