Pensate a un vaso della dinastia dei Ming, uno di quelli preziosi, rarissimi, magari conservato nella teca di un museo a prova di furto, che finisce in mille pezzi. Immaginate lo sconcerto, l’imbarazzo, lo scandalo, lo smarrimento. E adesso provate a translare un evento del genere al mondo del calcio, perchè quello che sta succedendo al Milan è un disastro epocale che ha pochi precedenti e soprattutto pochissime spiegazioni plausibili.
La squadra agli ordini di mister Pioli sembra implosa, sbriciolando in un amen tutte le convinzioni tecnico-tattiche accumulate a fatiche in oltre tre anni di duro lavoro a Milanello. Ben 1211 giorni durante i quali il tecnico emiliano è entrato nella testa dei suoi ragazzi, prima lavorando sulla testa di ognuno per convincerli delle loro potenzialità, quindi amalgamando le varie individualità per creare una Squadra vera, e infine trasportando il suddetto gruppo dalla disfatta di Bergamo della fine del 2019 alla vittoria dello Scudetto a maggio 2022.
8 mesi fa lo Scudetto
Sono passati appena 8 mesi, ma vedendo giocare il Milan attuale, in confronto a quello spumeggiante delle ultime 5 vittorie consecutive in campionato e al trionfo di Reggio Emilia, sembra trascorso un millennio.
Legittimo, quanto inevitabile, porsi qualche domanda. A preciso interrogativo, non più tardi di una settimana fa, Pioli ha assicurato di avere ben chiare in mente le ragioni di un così devastante sfaldamento e di sapere come agire per mettere un freno a un tale sconquasso. Peccato che poi, a distanza di 24 ore, il derelitto Milan sia crollato sotto i colpi di maglio di un Sassuolo, peraltro reduce da un pareggio e tre sconfitte nel 2023, incassando ben 5 gol. Così dopo i 4 presi dalla Lazio, i tre dall’Inter in Super Coppa e i 2 dal Lecce, il timore dei tifosi milanisti è che il derby in programma domenica prossima possa finire con risultato tennistico.
Che succede al Milan?
Scongiuri di rito a parte, sono tante le ipotesi fatte dai numerosi addetti ai lavori interpellati sull’argomento, ma la diagnosi sembra sempre più un mistero: perchè il Milan si è incartato in questo modo increscioso, perchè ha iniziato a prendere gol con una facilità irrisoria (e non mettiamo in mezzo il povero Tatarusanu che ha le sue colpe, ma come tutti i compagni di squadra), perchè non segna più?
Ma soprattutto, perchè i giocatori rossoneri hanno smesso di correre, di sorridere, di aiutarsi l’un l’altro, in sostanza di giocare come la Squadra di cui sopra?
Ecco, questo forse è l’interrogativo più inquietante a cui i dotti, medici e sapienti accorsi al capezzale del malato molto grave, il Milan, dovranno dare una risposta. E molto in fretta.
La sensazione sempre più concreta è che si sia rotto qualcosa nello spogliatoio rossonero. Quello che prima era un gruppo compatto, adesso sembra un’armata Brancaleone in partenza per le Crociate senza armi nè munizioni. Cos’è che può aver minato fin dalle fondamenta l’equilibrio di una squadra che sembrava inaffondabile?
La causa scatenante
La risposta potrebbe essere nascosta tra le pieghe dell’annosa querelle del rinnovo di Rafa Leao. Non è un mistero che la dirigenza rossonera stia facendo carte false per assicurarsi l’autografo di Rafa sul nuovo contratto del portoghese. Anche arrivando a offrire cifre spropositate, soprattutto per quelle che sono le linee guida dettate in via Aldo Rossi dalla proprietà americana del club, in rispetto del concetto di sostenibilità.
Se a questo aggiungiamo che Maldini e Massara hanno da poco ottenuto la firma sul prolungamento da altri pezzi forti della squadra, da Tonali a Bennacer, passando per Tomori, Saelemaekers e dulcis in fundo Theo Hernandez, e nessuno ha avuto una gratificazione economica lontanamente paragonabile a quella offerta a Leao, la crepa nello spogliatoio potrebbe essere aperta: che il mega contratto da 7 milioni di euro proposto a Rafa possa aver scatenato invidie, gelosie, risentimento all’interno della squadra?
Dal Milan nessuno ce ne darà conferma, ma il dubbio si fa sempre più corposo.
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