La Salernitana è tornata alla vittoria la scorsa settimana riuscendo a superare il Lecce. Tre punti che hanno ridato un po’ di vigore ai granata, rimanendo con otto lunghezze di vantaggio sulla zona retrocessione con diciotto partite da disputare. Il mese di gennaio non è stato per nulla facile tra sconfitte pesanti, esoneri lampo e arrivi sfumati. Ma il mercato ha portato un calciatore che, in poco tempo, è diventato uno dei leader della squadra: Guillermo Ochoa.
Il portiere messicano non ci ha messo molto per diventare uno dei punti di riferimento dello spogliatoio. Già nella prima partita contro il Milan ha fatto pentole e coperchi per tenere i suoi in linea di galleggiamento, e grazie alle sue parate si è andati vicinissimi ad un insperato pari. Giorno dopo giorno il suo posto fra i pali non è stato mai messo in discussione, nemmeno dopo le otto reti prese contro l’Atalanta.
Anche perché le statistiche non parlano a suo favore, con quattordici gol subiti complessivamente e senza mai mantenere la porta inviolata. Però al momento è difficile immaginare una Salernitana senza di lui in mezzo al campo. A 37 anni e più vite sportive vissute, tra il nativo Messico e delle puntate di passaggio in Europa, Memo ne ha vissute talmente tante che sa come gestire la psiche dei suoi più giovani compagni, imponendosi come leader della squadra.
Con l’assenza di Federico Fazio, che si protrarrà ancora per qualche settimana, la figura di Ochoa diventerà ancor più predominante nello spogliatoio della Salernitana. Più di quanto si sia già imposto nel primo mese in Italia, conquistando l’affetto di tutto l’ambiente. Dopo che per anni è parso una leggenda, apparendo ogni 4 anni ai Mondiali, ha la chance di imporsi definitivamente in Europa. E Memo ha le spalle abbastanza larghe per poterlo fare.
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