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Calcio italiano

Scouting, gli algoritmi per il metodo di Roberto Landi

Un nuovo modo per fare scouting, tra numeri, statistiche e algoritmi

A caccia di campioni del domani sfruttando un algoritmo che ha già portato in Serie A baby talenti come Banda e Mannah Chiwisa. Roberto Landi, 67 anni il 20 febbraio, è nato a Ravenna ma è diventato calcisticamente cittadino del mondo sin da ragazzo e ci racconta questo nuovo modo di scouting.

La carriera

Dopo una prima parte di carriera da calciatore passata soprattutto sulla dorsale della via Emilia tra Piacenza, Ravenna e Modena (oltre a un’avventura a Siena), scelse Sud Africa e Stati Uniti per concludere la prima parentesi sul campo, incrociando ai Cosmos anche il più grande di tutti, O’Rey Pelè. Appese le scarpette al chiodo, ma le riallacciò in fretta per sedersi in panchina, proseguendo il giro del mondo tra team e nazionali scozzesi, africane, ungheresi, belghe. La panchina l’ha sempre divisa con uno staff di fedelissimi, tra cui figura anche il preparatore Giuseppe Macca, ed è con lui che ha condiviso, e condividerà, l’ultima avventura, quella che lo porterà a giorni negli Usa per guidare una squadra in Major League.

Il sistema di scouting

C’è un motivo singolare che porterà Landi di nuovo al di là dell’oceano. Al netto dei risultati sul campo (riconoscibili e riconosciuti ormai da un pezzo), Landi col suo fedele compagno di avventure Macca ha studiato e perfezionato ormai da anni un sistema di scouting basato sugli algoritmi, sulle statistiche. Insomma, quei numeri e quelle percentuali che tanto affascinano gli americani. Ed ecco che, spiega, poche settimane fa è arrivata la chiamata della Sport Man di Miami, un gigante che ha perfezionato e raffinato proprio un sistema di scouting basato sugli algoritmi. “Hanno fatto in grande quello che noi abbiamo fatto in piccolo. Sono professionisti veri, con uno staff che opera ogni ora e giorno dell’anno, e hanno scelto me e il mio staff proprio perché conosciamo questa realtà di scouting attraverso algoritmi”. A Landi la Sport Man affiderà una squadra di serie A americana, la Major League di Insegne e Chiellini, per capirci.

Novità, ma con radici nel passato

Una nuova avventura, ma con crismi differenti da quelle passate. “Al di là del lavoro sul campo ci confronteremo quotidianamente su questo aspetto dello scouting attraverso algoritmi”. Per chi pensa possa essere una moda passeggera, Landi chiarisce con tono fermo. “E’ il futuro, e non perché sostitutivo rispetto allo scouting tradizionale, ma semplicemente perché consente e consentirà di accorciare i tempi e ‘restringere’ il mondo dei talenti sparsi in tutti i continenti”. Meno viaggi, ma mirati. “L’algoritmo perfezionato dalla Sport Man permette di avere qualsiasi tipo di dato del calciatore: fisico, tecnico, strutturale, tattico. Dati che poi portano alla formulazione di una percentuale assegnata al calciatore, una percentuale che indica la possibilità che il ragazzo possa diventare realmente un calciatore professionista”.

I risultati

Un algoritmo che dunque, come spiegato da Landi, permette di “restringere il campo, di offrire alla società un quadro molto più dettagliato sul calciatore”. E’ così, chiosa Landi, “che in Zambia abbiamo scoperto Lameck Banda e Mannah Chiwisa”, il primo tra le rivelazioni del Lecce di Baroni, il secondo in pianta stabile nella primavera dell’Atalanta e già in odore di prima squadra. Ed è così che Landi, ora, i talenti sconosciuti proverà a dirottarli in Major League, intraprendo oggi una strada che potrebbe essere l’unico futuro del calcio di domani.

Claudio Bolognesi

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