4 gol per l’Al-Nassr, 4 gol per se stesso. Il poker di ieri sera, giovedì 9 febbraio, di Cristiano Ronaldo contro l’Al Wahda permette alla squadra di CR7 di riportarsi in vetta al campionato. Ma è stato soprattutto stato un acuto che ha rimesso il protoghese al centro della narrazione calcistica in un momento in cui la stella di Ronaldo si stava eclissando e si parlava di lui soprattutto per le cifre che hanno accompagnato il suo sbarco in Arabia Saudita.
Il colore dei soldi è gialloblù
70 milioni netti all’anno. E’ la cifra base del contratto di Ronaldo in Arabia Saudita, ma tra bonus e sponsor potrebbe arrivare alla cifra monstre di 200 milioni di euro annui fino al 2025, con vista Mondiale 2030 da ambiasciatore se fosse organizzato nel Paese saudita. Prima del poker con cui la squadra allenata dall’ex Roma Rudi Garcia ha piegato l’Al Wahda, Ronaldo aveva debuttato senza andare a segno con l’Ettifaq, per poi segnare nel 2-2 contro Al-Fateh. In mezzo anche l’eliminazione in semifinale di Supercoppa contro l’Al-Ittihad. In totale, fanno 5 reti in 4 gare con la maglia gialloblù di cui, come detto, 4 solo nell’ultima uscita.
Messi, lo United e la Nazionale
Se l’ultimo ventennio calcistico ha vissuto principalmente del dualismo tra Leo Messi e Cristiano Ronaldo, l’ultima parte di 2022 ha restituito un’immagine impietosa per il protoghese: mentre Messi alzava la Coppa del Mondo e vive a Parigi ancora un ruolo centrale nel calcio mondiale, Ronaldo ha iniziato il Mondiale svoncolandosi dallo United per uscire dai sentieri del calcio che conta firmando con l’Al-Nassr, dove il suo allenatore ha dichiarato di aver cercato prima l’argentino: una battuta trasformatasi subito in gaffe. Nemmeno l’ipotesi di tornare in Europa, al Newcastle, ha restituito davvero l’idea che Ronaldo sia a tutti gli effetti ancora un calciatore di livello mondiale.
Eccessivo
Forse perché racchiuso in una leggenda più grande di quello che oggi gli consente il suo corpo, quel corpo che ha supportato e ne ha esaltato la forza mentale e l’ambizione, Ronaldo è uscito dalla porta di servizio dalla Juventus, la grande sfida persa della sua carriera dopo i fasti del Real Madrid. Già Torino e ancora di più a Old Trafford si sono rincorse reazioni stizzite, allenatori tiranni che non lo hanno compreso. Almeno nella sua visione.
Reietto
I numeri allo United (520’ di Premier League distribuiti in 10 partite con un gol, cui si aggiungono le 6 presenze con due reti in Europa League) restituiscono la dimensione di un campione a fine corsa, incapace però di accettare quanto il tempo passi per tutti, gestendo forse nel peggiore dei modi il finale di una carriera difficilmente ripetibile, mortificata non solo dalla scelta dell’Al Nassr ma anche dall’aver provato ad elemosinare un posto in Europa ottenendo solo “No, grazie”.
Il giudizio della storia
Oggi Ronaldo si gode la fama e i soldi in Arabia Saudita e certamente questo finale non cambierà il giudizio complessivo su quel è stato e ha rappresentato, ma lascia l’amaro in bocca un finale così in cui CR7 lotta contro il tempo che passa cercando di rimanere aggrappato alla sua storia con un poker in qualche modo artefatto che ne certifica invece il declino.
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