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Calcio italiano

Facce nuove, investimenti, impianti: il rilancio del calcio italiano passa da qui

Matteo Marani è il nuovo presidente della Lega Pro mentre il Governo annuncia un finanziamento da 17 milioni di euro per lo sport di base. E Marotta bacchetta lo Stato sugli stadi

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Matteo Marani
Matteo Marani, neo presidente della Lega Pro (©LaPresse)

Da una parte Matteo Marani, un giornalista, che sale a capo della Lega Pro succedendo a Francesco Ghirelli e dichiara di voler ripartire dai settori giovanili. Dall’altra il Governo che investe 17 milioni di euro sull’attività sportiva di base per promuovere lo sport e tutti i suoi valori tra tutte le fasce di età, così da ampliare anche il bacino dei praticanti. Queste due notizie, unite, rappresentano un bel punto di partenza da cui il calcio e lo sport italiano possono cercare di ripartire. Anzi, di rilanciarsi. Perché se è vero che i giovani sono il futuro, allora è giusto investire su di loro. Come sarebbe giusto semplificare l’iter burocratico per la creazione di nuovi impianti, aspetto sottolineato da Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter. Ma facciamo ordine.

Marani presidente della Lega Pro

La prima notizia è quella che ha portato Matteo Marani alla presidenza della Lega Pro. Il giornalista, ex direttore del Guerin Sportivo e oggi volto di Sky Sport, è stato eletto battendo il collega Marcel Vulpis nell’assemblea svoltasi nella mattinata di oggi presso la sede del Coni, a Roma. Marani ha raccolto 39 voti contro i 15 del suo avversario (due le schede bianche, altrettante le nulle per un totale di 58 votanti). All’assise non hanno partecipato solo due club: il Latina, che aveva diritto di voto, e la Juve Next Gen, che essendo già rappresentata dalla Juventus in Serie A non avrebbe comunque potuto votare.

Al fianco di Marani, nei panni di vice presidenti, ci saranno l’ex calciatore Gianfranco Zola e l’ex presidente dell’Aversa Normanna Giovanni Spezzaferri, per quattro anni all’interno del Consiglio direttivo di Lega Pro.  Tra i punti cardinali del programma presentato da Marani, intitolato #facciamorete, ci sono la sostenibilità economico-finanziaria di tutti i club, il miglioramento del prodotto Serie C e la valorizzazione dei settori giovanili. Un compito che ovviamente sarà affidato a Zola, uno che conosce il calcio sotto tutti i suoi aspetti. “A Gianfranco mi lega una sincera e lunga amicizia – ha detto Marani a margine dell’assemblea elettiva -. Gli ho chiesto l’impegno di pensare e realizzare, insieme al Consiglio direttivo e a tutte le società, un rilancio dei settori giovanili, primo elemento necessario per il cambiamento. Gli sono grato per avere accettato: lui è partito dalla Serie C, sono convinto possa dare una grossa mano alla categoria”.

Dai settori giovanili agli impianti

E al calcio in generale, aggiungiamo noi. I vivai del calcio italiano sono pieni di ragazzi che hanno ottime capacità e bisogna ripartire da qui per rilanciare il movimento. Investire sui settori giovanili deve diventare la priorità di tutti i club professionistici, non sono di quelli della Lega Pro. Il futuro del calcio passa anche (se non soprattutto) da qui e dall’impiantistica. Il capitolo stadi, prima o poi, dovrà essere affrontato a livello statale se l’Italia vuole cercare di colmare il gap che ci separa, in particolare, dalla Premier League. Come sottolineato da Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, in occasione della presentazione del libro Società sportiva 2030 avvenuta sempre presso il Coni.

“L’iter italiano per costruire un nuovo impianto va criticato – ha detto Marotta -. All’estero tutto è più semplice: la costruzione di un nuovo stadio viene considerata un elemento di carattere nazionale mentre da noi è di carattere territoriale e locale. In questo modo l’iter burocratico diventa troppo lungo e lento. L’Italia sportiva ha bisogno di strutture adeguate, non solo di stadi e grandi opere, ma anche di palestre nelle scuole. C’è un percorso da migliorare e da approfondire e sono sicuro che con l’avvento del ministero dello sport e del ministro Andrea Abodi questo gap sarà colmato”.

Sport e salute, 17 milioni per promozione delle attività base

Il tema è senz’altro sul tavolo del Governo. Lo dimostra la convenzione firmata dal capo del dipartimento per lo sport Flavio Siniscalchi e dal presidente e amministratore delegato di Sport e Salute Spa Vito Cozzoli volta alla realizzazione di un piano di azioni per la promozione dell’attività sportiva sui territori per un totale di 17 milioni di euro. Un protocollo d’intesa che definisce le modalità di cooperazione sulla promozione dello sport tra tutte le fasce di età, l’ampliamento del bacino dei praticanti, lo sviluppo, la ricerca, l’istruzione, l’inclusione sociale. “La firma di questa convenzione – ha dichiarato il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi – rafforza ulteriormente le azioni finalizzate al potenziamento dell’attività sportiva di base sul territorio, dove istruzione e pratica sportiva contribuiscono alle pari opportunità, al benessere e all’inclusione, consolidando la funzione sociale dello sport, come strumento di crescita sostenibile”.

“Nei 17 milioni di euro previsti nella convenzione, che si aggiungono agli altri 25 di un’altra convenzione tra il Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio e Sport e Salute – prosegue il ministro -, 2 milioni saranno dedicati all’inclusione anche con l’allestimento di spazi non convenzionali per l’attività motoria, fisica e sportiva all’interno o all’esterno delle scuole senza palestra. Questo a sottolineare l’importanza proprio della scuola quale punto di partenza per lo sviluppo educativo e culturale di bambine e bambini, di ragazze e ragazzi, nell’ambito del quale lo sport deve acquisire una presenza costante, diffusa e di qualità”. Insomma, se due indizi fanno una prova possiamo dire che qualcosa si muove. Il rilancio del calcio italiano, forse, ha mosso uno dei suoi primi passi.

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