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Calcio italiano

Da pària del calcio a indispensabile: la solita storia di Francesco Acerbi

Arrivato ad agosto ai nerazzurri ha subito insulti, minacce e offese. Oggi l’Inter non può prescindere dal suo utilizzo in difesa.

Francesco Acerbi (© Photo LiveMedia/Tiziano Ballabio)

Francesco Acerbi, che oggi compie 35 anni, è un calciatore che vive di luce riflessa, capace di essere decisivo, quasi senza che nessuno se ne accorga. L’Inter di Inzaghi attuale, che oggi può puntare ad almeno una Coppa (la Champions League è un sogno quasi irraggiungibile, ma facciamoli arrivare quarti con Lukaku in forma), dopo averne vinta già una in Arabia Saudita (la Supercoppa Italiana), si impernia su una colonna vertebrale molto chiara: Acerbi, Çalhanoğlu, Lautaro (in attesa di Lukaku, appunto).

No, non c’è un errore. Da quando Acerbi gioca con continuità al centro o sul centrosinistra della difesa dell’Inter, la squadra ha un’altra compattezza, altre sicurezze, una faccia da squadra consapevole e a tratti feroce.

Non doveva andare così

Per diventare questa squadra, il signor Acerbi ha fatto panchinare un certo Stefan de Vrij, negli ultimi tre anni se non il migliore, uno dei cinque migliori difensori della serie A.

Doveva succedere? No. Sempre il signor Acerbi di cui sopra è dovuto letteralmente “scappare” da Roma, dopo che gli è stato imputato lo scarso rendimento di fine stagione della Lazio, oltre che un sorriso nervoso dopo un gol subito contro il Milan. Per questo motivo, i tifosi interisti che se lo sono visti arrivare ad agosto, anche per un gemellaggio che lega le tifoserie laziali e interiste, fin da subito lo hanno subissato di insulti.

Era un pària del calcio

In poche parole Acerbi all’inizio di quest’anno era un pària del calcio, che a febbraio invece è diventato il difensore più importante della squadra seconda in classifica, in semifinale di Coppa Italia, vincitrice della Supercoppa Italiana e agli ottavi di Champions League.

Di sicuro la vita ha dato ad Acerbi anticorpi e rimedi per superare ogni sofferenza e ostacolo. Superare per due volte un cancro è una sfida fuori dall’ordinario. Ma è arrivato il tempo di riconoscere a un campione d’Europa con la Nazionale il suo valore e l’importanza determinante per tutte le squadre in cui ha giocato, gioca e giocherà. Non si può non parlare del miglior calcio italiano di oggi senza inserire nel discorso il nome di Francesco Acerbi.

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