LECCE
Falcone 8 – Prende praticamente tutto quello che aleggia nei pressi della sua porta. Acchiappafantasmi.
Gendrey 6,5 – Attento dietro, ma pronto a proiettarsi in avanti, che sia per partecipare ad un’azione offensiva o per affrontare un rivale. Carico.
Baschirotto 7 – Altra proiezione offensiva vincente, svolge bene anche il suo compito principe in difesa. Roccioso.
Umtiti 7,5 – Sbaglia lo stop sulla prima palla del match propiziando un corner per la Roma. Poi torna quello dei tempi migliori, ruvido e pulito domina i duelli con gli attaccanti giallorossi. Tiranno.
Gallo 6,5 – Gara di sostanza, non soffre mai Zalewski e quando si può si affaccia anche in avanti. Presente.
dal 74′ Pezzella 6 – Si concentra soprattutto sulla fase difensiva senza esporre il fianco agli avversari. Coperto.
Blin 6 – Ci mette tanta corsa e tanto impegno, ma a tratti appare disordinato. Applicato.
Hjulmand 6,5 – Non è appariscente, ma dà tanta sostanza facendosi trovare sempre al posto giusto in entrambe le fasi. Equilibrista.
Gonzalez 6 – Gara tattica, preoccupato più di controllare il diretto avversario che di giocare il proprio match. Distruttore.
dal 67′ Askildsen 6 – Con il calo di Gonzalez viene spedito in campo per ridare fisicità al centrocampo salentino. Sostanzioso.
Strefezza 5,5 – La sliding door del suo match è il fallo da rigore: da lì in avanti si affanna per rimediare, risultando però poco incisivo. Frettoloso.
dal 74′ Banda 6,5 – Entra con tanta voglia di fare la differenza e si costruisce un paio di situazioni pericolose. Pimpante.
Colombo 6 – Ci mette corsa, ma troppo spesso è troppo nascosto nel corso del primo tempo, ma sale di tono col passare dei minuti pur senza impensierire Rui Patricio. Levante.
dal 67′ Voelkerling Persson 5,5 – Non riesce a fungere da riferimento, venendo stoppato dai difensori avversari. Sovrastato.
Di Francesco 6 – Qualche spunto, tanta applicazione senza palla, tutti senza rinunciare a sporcarsi le mani. Pratico.
dall’87’ Oudin sv
All. Baroni 7 – Partita attenta, con molta applicazione ma senza paura, con la voglia di provare a fare male quando possibile e senza accontentarsi del pareggio. Arrembante.
ROMA
Rui Patricio 5,5 – Sufficiente sul tiro dalla distanza di Gallo che porta al corner del vantaggio salentino. Rimane l’unico contributo al match. Superficiale.
Mancini 6 – Svolge il proprio compito in marcatura senza grandi entusiasmi né acuti. Spento.
Smalling 6 – Si perde Baschirotto sul vantaggio locale, appare in difficoltà nelle prime battute di gara, ma poi recupera la propria funzione di copertura. Esperto.
Ibanez 4,5 – Primo tempo in apnea, in difficoltà soprattutto nella gestione della palla, ma fatica anche nelle marcature, sebbene sul suo autogol non abbia grosse responsabilità. Affannato.
Zalewski 5 – Fatica a trovare la giusta posizione, non riesce a incidere sulla partita. Spaesato.
Cristante 6 – Pensa spesso in verticale, anche per provare a evitare il traffico intenso davanti all’area del Lecce: ci riesce con alterne fortune. Tracciante.
Matic 5 – In affanno tecnico e atletico: soffre la pressione avversaria e fatica a ritagliarsi lo spazio per le giocate e la palla non esce quasi mai pulita. Legnoso.
dall’83’ Wijnaldum 6 – Torna in campo e questa è la notizia migliore, ma non riesce ad incidere. Ritornato.
El Shaarawy 6 – Tocca tanti palloni, si fa spesso trovare in ampiezza e contribuisce a qualche chance per i suoi, ma pecca a volte in qualità. Voluminoso.
Pellegrini 5,5 – Appare saltuariamente nelle trame offensive, si ritaglia anche lo spazio per il tiro, ma non incide. Evanenscente.
dall’87’ Solbakken sv
Dybala 7 – Oltre al gol, è lui a custodire le idee offensive della Roma e a gestire tutti i palloni per metterle in pratica. Demiurgo.
Abraham 5,5 – E’ leggero con il colpo di tacco per liberare al tiro El Shaarawy, ma è leggerissimo nei duelli con i difensori avversari e sottoporta in un revival sanremese alla Colapesce Dimartino. Indie pop.
dall’83’ Belotti 6 – Gettato nella mischia a fine partita, non riceve un pallone giocabile. Ignorato.
All. Mourinho 5,5 – In campo va una Roma ad una velocità sola, che viaggia sui binari della prevedibilità avendo come unica variabile il solo Dybala. Monocorde.
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