Nel 2019 Emanuele Atturo su L’Ultimo Uomo descrisse la delicata ed efficace bromance che si era creata quell’anno tra il campionissimo Romelu Lukaku, arrivato in Italia a mostrare meraviglie e il giovane Lautaro Martinez, venuto da noi invece per sfruttare l’effetto-molla, che porta i giovani campioni a farsi vedere nel nostro campionato per poi essere ribaltati in altri più ricchi.
La bromance è una sorta di amicizia al cubo tra due uomini, in cui le connessioni riguardano non solo il lato strettamente emotivo, ma anche una coincidenza di valori, espressioni, modi di vedere il proprio lavoro (si potrebbe dire la propria vita, ma è difficile andare così in profondità) comune.
Percorso accidentato
Tutti erano convinti che questa connection così forte tra i due attaccanti, ora che Lukaku era tornato nerazzurro questa estate, sarebbe scattata di nuovo in un attimo, ma non è stato così. Troppo accidentata la stagione tra infortuni e periodi di forma terribili di Lukaku, da abbinare a preparazione per i Mondiali e altri piccoli problemi per Lautaro. Insieme in campo non li abbiamo praticamente mai visti.
Mentre si cercavano e non si trovavano, Lukaku è stato messo in discussione e almeno fino a oggi l’idea di rinnovare il prestito dal Chelsea a un prezzo alto non era più contemplato, chiaro segno di sfiducia. Dall’altro lato Lautaro diventava tante cose: centravanti d’area, mezzapunta, attaccante capace di giocare con Dzeko, attaccante difficile da inquadrare per i suoi movimenti lontano dalla porta. Insomma Lautaro Martinez diventava un grande attaccante moderno che aveva la scena e voleva tenersela.
Stanno tornando per il gran finale
Dopo le ultime due partite disputate da Romelu Lukaku però, possiamo ritornare a sperare, soprattutto i tifosi dell’Inter. Contro l’Atalanta e nel derby di Milano, Lukaku ha giocato in totale 90 minuti, ma li ha fatti dimostrando uno stato di forma crescente. Lautaro è stato in campo con lui per lo stesso tempo ed è riuscito subito a riadattarsi nei panni della seconda punta, con un centravanti enorme, soprattutto per lo spazio offensivo che fagocita.
Questo dimostra ancora una volta l’intelligenza dell’argentino, la forza del belga e che la connessione, la bromance di cui sopra non è andata persa, serviva solo una scintilla per riattivarla. Forse questa scintilla è arrivata e per la stagione dell’Inter vuole dire davvero tanto.
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