Accade poche volte, ma quelle volte che accade diventa storia, come per la Salernitana dello scorso anno. Cambiare in corsa, cambiare tutto, dall’allenatore a buona parte della rosa è altamente rischioso e, come detto, nella storia non ha portato quasi mai a grandi traguardi.
Lo scorso anno, a metà stagione, ai Granata arriva un nuovo presidente, Danilo Iervolino, un presidente che non vuole accettare l’ovvio, ovvero quello di dover attendere la fine della stagione, cercando di giocare in maniera decente, per scendere mestamente in serie B. Iervolino arriva e rilancia subito, prendendo prima di tutto un direttore sportivo che vuole e desidera la rivoluzione, come Walter Sabatini, e con lui un nuovo allenatore, Davide Nicola, insieme a tanti nuovi giocatori come Ederson, Sepe, Fazio, Verdi e Mazzocchi.
I nuovi innesti
Quella squadra, completamente rinnovata riesce a salvarsi e fa scuola. Oggi è proprio l’avversario di ieri della Salernitana e diretto concorrente per salvarsi, il Verona, che ha deciso di fare la rivoluzione. Dopo un inizio terribile, il presidente Setti decide di fare la mossa-Iervolino, giocandosi la carta Zaffaroni-Bocchetti in panchina e comprando tanti nuovi calciatori nel mercato invernale come Gaich, Braaf, Duda, Zeefuik e Cyril Ngonge.
Ngonge vuol dire energia
La squadra nelle ultime partite si è riaccesa e proprio Ngonge gli ha dato la scissa che serviva. Piccolo, rapido, intelligente, tecnico e coraggioso, il belga è diventato in pochi giorni un punto di riferimento.
Ora che la corsa salvezza è ufficialmente riaperta proprio grazie alla vittoria del Verona contro la Salernitana, non ci resta che tifare in caso si sia coinvolto o ammirarla, se si è fuori dalla mischia, sapendo bene però che il Verona è tornato in gara.
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