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Sheriff Tiraspol-Partizan Belgrado a porte chiuse per paura di un colpo di stato in Moldavia

La Premier moldava Maia Sandu ha comunicato il timore che persone serbe, russe e bielorusse possano usare la partita per un attacco.

Calcio italiano (© LaPresse)

Giovedì sera, lo Sheriff Tiraspol allenato dall’italiano Roberto Bordin, incontrerà il Partizan Belgrado per i sedicesimi di finale di Conference League. In sé e per sé non è la notizia del secolo e non dovrebbe nemmeno essere la partita dell’anno, ma intorno a quel territorio, per questioni geopolitiche, si sta addensando una massa nera che può essere pericolosa.

Paura del colpo di stato

Infatti Sheriff Tiraspol-Partizan Belgrado non si disputerà a porte aperte per motivi di ordine pubblico. Sembra la dicitura standard, ma se si va a scavare poi, c’è da avere paura. I motivi di ordine pubblico riguardano il possibile colpo di stato da parte di persone serbe, bielorusse e russe che lo stato moldavo teme nei prossimi giorni o magari proprio in concomitanza con la partita di Conference League.

Le parole di Maia Sandu

La presidente moldava Maia Sandu è stata molto chiara. In base ad alcuni documenti in possesso dello stato moldavo, “sono previste azioni di uomini addestrati militarmente ma in abiti civili: azioni violente e attacchi a istituzioni statali con ostaggi”. Il timore vero è che cittadini serbi e filo-russi, arrivino in forze a Chisinau per seguire il Partizan, mentre si predisporranno insieme a persone russe e bielorusse per il colpo di stato.

La Russia smentisce

Il governo della Russia ha subito smentito le parole della Premier moldava e per bocca di Maria Zakharova, portavoce del Ministro degli Esteri, ha comunicato che le parole di Maia Sandu: “sono false informazioni che utilizzano il mito della minaccia russa per distrarre i cittadini moldavi dai problemi interni, causati principalmente dal fallimento della politica socio-economica dell’attuale amministrazione”.

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