Veni, vidi, vici. Una frase leggendaria che risale al 47 a.C., pronunciata da Giulio Cesare dopo la battaglia vinta contro l’esercito di Farnace II del Ponto e resa celebre dallo storico greco Plutarco.
Oggi potrebbe tranquillamente essere associata a Jerry Cardinale che sbarca per la quarta volta in Italia negli ultimi mesi e se ne torna negli States con un’altra preziosissima vittoria.
La prima gita nella terra dei suoi avi, ancora non da presidente del Milan, risale allo scorso maggio, quando fu immortalato in mezzo alle centinaia di migliaia di tifosi rossoneri in piazza a festeggiare lo scudetto.
La seconda volta a inizio giugno, per ufficializzare l’acquisizione del club di via Aldo Rossi, con le foto – stavolta ufficiali – di rito. Quindi l’esordio a San Siro nel derby trionfale di settembre, vinto dai ragazzi di Pioli 3-2. E per finire il 14 febbraio, notte di San Valentino e di Milan-Tottenham, appuntamento cruciale per abbracciare i suoi ragazzi nella partita forse più importante dell’anno.
Quattro trasferte italiane, quattro successi eclatanti. Lecito che i milioni di fans del Diavolo si facciano qualche domanda: se Cardinale porta così bene ai colori rossoneri, perchè non viene in Italia più spesso, anche per far sentire la sua vicinanza alla squadra? Oppure non sarà che il principale azionista del club sbarca a Milano solo quando è sicuro di riscuotere qualcosa di importante in termini di immagine e consenso popolare?
Presidenza impalpabile
Una cosa è certa: l’operato dell’uomo Red Bird al comando del Milan è tutt’ora sconsolatamente impalpabile. Al di là dell’assenza fisica, comunque rumorosa, negli ultimi 5 mesi non è arrivata una sola parola destinata ai suoi ragazzi. Mai un incoraggiamento, mai un rimbrotto, mai un’esultanza social a testimoniare l’attaccamento di Cardinale per la sua nuova creatura. Silenzio assoluto. Anche nel momento più brutto di inizio 2023 quando la squadra di Pioli ha infilato un filotto negativo di partite che avrebbe forse richiesto l’intervento deciso del capo.
Oggi Gerry Cardinale è di nuovo negli States, la sua presenza in Italia è durata più o meno l’inezia di 48 ore. Un lasso di tempo durante il quale il numero uno del club avrebbe dovuto dirimere le complicate questioni del mercato rossonero, dal rinnovo di Leao alle posizione di Maldini, Massara e Moncada, fino alla questione delicatissima del nuovo stadio, etc. etc.
Facciamo fatica a credere che possa esserci riuscito, ma soprattutto facciamo fatica a capire il perchè, dopo aver investito tanto nel Milan, Cardinale non si dedichi più esplicitamente al club. Va bene il lavoro dietro le quinte, ma dai tifosi, alla squadra fino alla dirigenza, tutti al Milan avrebbero bisogno di riconoscersi in un leader.
E in questo senso il buon Gerry ha ancora tanto lavoro da fare.
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