Non ci saranno provvedimenti da parte della Liga nei confronti del Barcellona a seguito dell’inchiesta che ha coinvolto il club blaugrana che avrebbe versato 1,4 milioni di euro ad una società riconducibile all’ex vicepresidente del Comitato tecnico degli arbitri María Enríquez Negreira, in carica dal 1998 al 2018. L’ipotesi accusatoria della magistratura spagnola è quella di corruzione, ma il Barça e Negreira hanno ricondotto il denaro versato a “consulenze”.
A commentare la vicenda è anche il presidente della Liga, Javier Tebas secondo cui “i regolamenti di conformità, che controllano i conflitti di interesse del Barcellona e del CTA, non hanno funzionato” e quei servizi “non avrebbero mai dovuto essere forniti, né negli importi pagati, né nei fatti”, tanto che la Liga chiederà al CTA se Negreira sia intervenuto in qualche designazione perché “sia esteticamente che eticamente queste cose non possono succedere nel calcio spagnolo”.
Tuttavia Tebas dice di non poter fare nulla. La prescrizione è fissata a tre anni e qui ne sono passati cinque, quindi il presidente sottolinea che “non è possibile che ci siano sanzioni disciplinari” e che “a livello sportivo non è possibile intervenire”. Tebas quindi si propone di aspettare e rispettare le conclusioni della magistratura: “Se si deciderà di presentare un ricorso allora lì prenderemo le nostre decisioni. Se non ci sono reclami penali nei confronti del club allora questi fatti saranno archiviati”.
Di fatto, nonostante le contestazioni di un reato penale e di uno sportivo non sempre vadano di pari passo e fatta salva l’inopportunità di un comportamento tanto grossolano quanto inopportuno, il calcio spagnolo, almeno sul fronte dei club, cerca di auto assolversi per non affrontare la questione nel merito. Dal canto proprio, la Federazione ha avviato un’indagine interna.
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