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Lavagna tattica: pregi e difetti dell’Eintracht di Glasner

I tedeschi giocano 3-4-2-1 e vanno spesso in verticale sfruttando la forza di Kolo Muani. Ma sugli esterni soffrono molto

Oliver Glasner
Frankfurt's head coach Oliver Glasner reacts during the Champions League Group D soccer match between Eintracht Frankfurt and Olympique de Marseille in Frankfurt, Germany, Wednesday, Oct. 26, 2022. (AP Photo/Martin Meissner)

Difesa a tre, centrocampo a quattro, due trequartisti e un centravanti di movimento. L’Eintracht Francoforte di Oliver Glasner gioca così ormai da diverso tempo. Rispetto all’anno scorso è cambiato qualche interprete, come Kostic passato in estate alla Juventus, ma i meccanismi tattici della squadra che il Napoli affronterà martedì 21 febbraio negli ottavi di Champions League (fischio d’inizio ore 21) sono ormai collaudati. Funzionano a corrente alternata (il tonfo della settimana scorsa con il Colonia ne è la dimostrazione) ma non vanno sottovalutati. Perché Glasner e il suo Eintracht sono avversari da prendere con le molle. Soprattutto tra le mura amiche. Scopriamo quali sono le armi migliori a disposizione dei tedeschi e i loro punti deboli.

Una squadra verticale

Le certezze dell’Eintracht sono 5 e si chiamano Trapp, Ndicka, Kamada, Lindstrom e Kolo Muani. Sono loro la colonna vertebrale dell’undici di Glasner, i punti fermi su cui il tecnico tedesco fa affidamento. Il portiere è tornato ad altissimi livelli, il giovane difensore è sempre più sicuro di sé e gli ultimi tre, insieme, hanno portato in dote 24 gol e 21 assist. Fermarli, per il Napoli, significherebbe dare scacco matto alla formazione teutonica. L’unico problema per gli azzurri è che la partita si preannuncia ideale per l’Eintracht, che dà il meglio di sé quando può aspettare l’avversario per poi ripartire. Il suo 3-4-2-1 in fase difensiva diventa infatti un 5-4-1 con tanti giocatori sotto la linea della palla pronti ad accendersi appena recuperano il possesso.

L’ampiezza viene sempre garantita dai due esterni di centrocampo che possono essere più o meno difensivi a seconda degli interpreti (Knauff di fatto è una punta esterna, Max e Buta due terzini) mentre il giapponese Kamada, oggetto del desiderio di tanti club a giugno visto che andrà a scadenza, è il centrocampista che accompagna meglio l’azione in fare di transizione. In ogni caso la parola d’ordine, una volta riconquistata palla, è andare in verticale alla ricerca di Kolo Muani o alla ricerca di Lindstrom e Goetze, i due giocatori più abili nell’ultimo passaggio. Il Napoli dovrà fare molta attenzione alla capacità di attaccare lo spazio del centravanti francese, l’uomo più pericoloso dell’Eintracht.

Anche nella costruzione dal basso la squadra di Glasner cerca velocemente la verticalità. Il palleggio non è nelle corde dell’Eintracht, che predilige la ricerca del lancio lungo a scavalcare il centrocampo per andare subito a trovare i suoi trequartisti, gli esterni o in ultima istanza Kolo Muani. Una volta superata la prima linea della difesa nemica, però, sono tanti i giocatori che accompagnano l’azione per andare a riempire la metà campo avversaria o l’area di rigore. E considerando che il Napoli gioca 4-3-3 dovrà stare attento agli eventuali cambi gioco dei tedeschi, che qualora riuscissero a ribaltare in fretta il lato del campo potrebbero trovarsi spesso in situazioni di 1 vs 1 sugli esterni sfruttando l’ampiezza data dai due esterni a tutta fascia.

Quanta fatica su cross e piazzati

Ovviamente, da parte sua, la squadra di Spalletti ha le armi per fare male ai tedeschi. L’abilità nel palleggio e nell’1 vs 1 dei partenopei potrebbe fare la differenza nel doppio confronto. L’Eintracht, infatti, anche quando si chiude soffre tantissimo sugli esterni, dove Kvara e Lozano potranno creare superiorità numerica soprattutto con l’aiuto di Mario Rui e Di Lorenzo. I loro cross, sia in movimento che sui calci da fermo, potrebbero risultare decisivi. La maggior parte dei gol subiti dai tedeschi di Francoforte è arrivata in queste situazioni di gioco. In particolare nelle ultime settimane, come evidenziano due delle tre reti subite dal Colonia nel 3-0 del 12 febbraio: la prima da corner, dove l’Eintracht marca a uomo, la terza su un traversone dalla trequarti dove la difesa appare goffa e incerta.

Deficit mostrati anche in partite che la squadra di Glasner ha vinto, come quella contro lo Shalke, o pareggiato, come contro il Friburgo. In quest’ultima occasione è bastato un cross morbido dalla destra e un inserimento da dietro ai padroni di casa per trovare l’1-1. Tanti indizi che pongono in evidenza un problema ben radicato all’interno della fase difensiva dei tedeschi. Un punto debole da sfruttare per Spalletti, visto che il suo Napoli ha già dimostrato più volte di saper essere pericoloso sui calci piazzati. E con lo straripante Osimhen anche sui cross.

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