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Calcio italiano

Pioli e una panchina d’oro costruita intorno alle difficoltà

Al di là dello scudetto, il tecnico emiliano si è mostrato realista e pragmatico

Foto Michele Nucci/LaPresse 22 Maggio 2022, Reggio Emilia, Italia sport calcio Sassuolo u.s. Vs. Milan a.c. - Campionato di calcio Serie A TIM 2021/2022 - stadio “Mapei” Nella foto: La squadra del Milan festeggia la vittorie dello scudetto Photo Michele Nucci/LaPresse May 22, 2022 Reggio Emilia, Italy sport soccer Sassuolo u.s. Vs. Milan a.c. - Italian Football Championship League A TIM 2021/2022 - “Mapei” stadium In the pic: The AC Milan team celebrates the Scudetto victory

Trentatré voti su 46. E’ stato un plebiscito quello che ha portato Stefano Pioli a vincere la Panchina d’Oro per la Serie A 2021/22. Una Serie A che il tecnico emiliano ha vinto alla guida del Milan. Un successo costruito giornata dopo giornata in un testa a testa contro l’Inter che i rossoneri hanno piegato a proprio vantaggio proprio grazie alla gestione Pioli.

Dejà vu

Pioli debutta sulla panchina del Milan il 20 ottobre 2019. I rossoneri sono reduci dalle prime 7 giornate giocate sotto la guida di Marco Giampaolo, ma qualcosa non è andato come avrebbe dovuto, anche se nella giornata precedente i rossoneri hanno vinto 2-1, ma il destino di Giampaolo era segnato. Il Milan, quando arriva Pioli, è 11esimo con 9 punti ottenuti in 7 gare. In molti, forse Pioli per primo, pensa che la parentesi milanese sponda Milan si concluderà come la precedente all’Inter: con un ruolo da traghettatore.

Il santone tedesco

Pareggio col Lecce all’esordio, sconfitta contro la Roma, vittoria contro la Spal. Poi altri due ko contro Lazio e Juventus e il pareggio col Napoli. In un mese, Pioli raccoglie 5 punti in 6 partite. E’ chiaro a tutti che il destino da traghettatore è lì da compiersi. E infatti il Milan chiude per Ralf Rangnick, il santone tedesco che ha contribuito a rivoluzionare il calcio teutonico con il suo gegenpressing e che ha guidato l’evoluzione tecnico-tattica di Hoffenheim prima e universo Red Bull poi.

Fattore M

I risultati poi migliorano, Pioli guida la squadra fino al sesto posto finale anche grazie all’apporto di Zlatan Ibrahimovic arrivato a gennaio. Decisivi però si rivelano Paolo Maldini e Frederic Massara: i due dirigenti, di fatto, si impongono e impongono la conferma di Pioli. Qui nasce davvero lo scudetto 2021/22.

La mano di Pioli

Col passare delle stagioni, il Milan inizia ad assumere maggiore consapevolezza dei propri mezzi. Pioli riesce a cambiare mentalità alla squadra che gioca con maggiore protagonismo. Nel 4-2-3-1 impostato dal tecnico emiliano si alzano le percentuali di possesso palla e si alza anche l’intensità nel pressing: i rossoneri non hanno paura di giocare da squadra di alto livello, ma non dimenticano gli anni difficili. Il Milan rimane una squadra che gioca meglio quando può attaccare in campo grande, sfruttando le conduzioni palla al piede e gli strappi dei suoi giocatori. Tonali e Bennacer assumono un’importanza sempre maggiore e Kessié è il giusto equilibratore sulla trequarti in grado di schermare i mediani e di inserirsi in fase offensiva.

Nuova proprietà e nuove difficoltà

Nell’estate 2022 si completa l’acquisizione del club da parte di RedBird. La linea societaria non cambia, Pioli, Maldini e Massara scommettono su un Milan più offensivo in grado di compensare la perdita di Kessié con un giocatore più offensivo che possa creare abbastanza occasioni per trovare un nuovo equilibrio tra le due fasi. Qualcosa, però, non funziona: a gennaio il Milan brucia di fatto tutti gli obiettivi italiani: fuori dalla Coppa Italia, ko in Supercoppa e Napoli scappato a una distanza siderale in campionato. Pioli però riprende in mano il suo pragmatismo e ridisegna ancora la squadra, riposizionata su un 3-4-2-1. Il tempo dirà quanto sarà una soluzione d’emergenza o una nuova tappa nell’evoluzione della squadra rossonera. Intanto, il Milan ha rimesso sui binari una stagione che rischiava di andare alla deriva.

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