Le tifoserie di tutto il mondo sono il sale del calcio, i colori, i canti, la passione e la voglia di sostenere e aiutare la squadra sono forse l’ultimo elemento davvero romantico e demodé di un calcio che si vuole come uno spettacolo di entertainment qualsiasi, al pari di una serie tv su Netflix.
A volte però la passione ma peggio ancora la voglia di marcare un territorio valoriale fa scadere le tifoserie in atti indiscutibilmente non accettabili. Negli ultimi mesi abbiamo assistito a gesti di violenza gratuiti e beceri nei confronti di calciatori e addetti ai lavori di ogni serie, con l’aggravante della dimostrazione e diffusione pubblica attraverso i social media.
Da Acerbi al Giussano
Si va dalle minacce nemmeno troppe velate ad Acerbi, che è dovuto andare via dalla Lazio perché si pensa che abbia riso di piacere dopo aver perso contro il Milan, all’attacco contro Bonucci dei tifosi juventini perché non ha portato sotto la curva i compagni dopo una sconfitta, agli attacchi al presidente della Ternana, Bandecchi, che pochi giorni fa ha avuto un momento davvero drammatico sotto la curva della squadra umbra con tanto di sputi e minacce.
Ma questo è ben visibile e in qualche modo anche controllabile dalle forze dell’ordine perché parliamo di serie maggiori. Ma se si scende nelle serie minori, si trova il Far West. Alcuni casi degli ultimi mesi: Gianluca Pellecchia, calciatore del Giussano, è stato aggredito dai tifosi dopo la fine della partita di calcio contro il Liscate, in Prima Categoria campana, la squadra avellinese dei Lions Grotta è stata aggredita a Rotondi, alcuni calciatori del Seregno sono stati aggrediti e picchiati, addirittura in una partita giovanile tra Darfo Boario e Carpenedolo nel bresciano, con l’arbitra poi chiusa all’interno dell’impianto.
“Calciatori sotto tiro”
Insomma il mondo ultras ma anche delle piccole tifoserie è sempre più violento e si scaglia sempre di più contro i calciatori. Anche l’AIC ha compreso il problema e nelle ultime settimane ne ha discusso e fatto uscire un documento prezioso, dal titolo “Calciatori sotto tiro”. In poche parole il documento conferma che: “la vita reale, quella fuori dal campo, è diventata sempre più oggetto di minacce per i calciatori” e che i social network abbiano influito negativamente, in quanto “come mostrato negli ultimi anni, si sono trasformati in una vera e propria piazza di scontro tra hater e calciatori. Non si esauriscono, tuttavia, le aggressioni fisiche e le rapine in casa o per strada, agevolate dalla facilità di conoscere le abitudini di personaggi sempre più pubblici”.
L’evidenza è davanti agli occhi e tutti ora li stanno aprendo, anche il Ministro Abodi che ha espresso vicinanza all’AIC. Serve però intervenire per non far diventare impossibile la vita di centinaia di calciatori e addetti ai lavori che in questo modo non potrebbero darci lo spettacolo e il divertimento che chiediamo ogni settimana.
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