La carriera ancora nelle fasi iniziali di Federico Dimarco è stata costellata di pregiudizi e di prospettive molto ristrette. Si capiva fin da ragazzo che fosse un calciatore tecnico, un laterale con un piede sinistro molto educato e anche che avesse buone qualità nel passaggio e nell’assist. Al di là di queste considerazioni di base però, i “meno” nelle considerazioni riguardanti il calciatore erano davvero tanti.
I difetti e le paure
Prima di tutto gli osservatori avevano paura che non sapesse difendere, che fosse un vero e proprio buco nero in cui gli attacchi avversari avrebbero costruito la loro fortuna in ogni partita. Poi si avevano dei dubbi sulla tenuta atletica perché in alcune gare nelle categorie giovanili la sua stamina era arrivata al lumicino molto presto. Infine si avevano dubbi anche sul carattere e la personalità del ragazzo, forse troppo estroverso per il calcio contemporaneo.
Dimarco ha preso tutti questi pregiudizi, se li è legati sulle spalle e li sta uno ad uno gettando via, lontano dalla sua figura di calciatore e di uomo, alleggerendosi. Il Dimarco di questa ultima stagione interista (e con la Nazionale) è un calciatore che serve assist al bacio, cose che fanno i grandissimi esterni della generazione che stiamo vivendo: chiedere a Dzeko nella partita Inter-Napoli per conferma.
Inoltre Dimarco sa quando e come inserirsi, non solo nei meccanismi sempre più oliati dell’attacco interista (vedere ultimo gol in Supercoppa Italiana per avere una dimostrazione), ma anche in quelli delle volte improvvisati della Nazionale e la sua partita, insieme al suo gol, nella gara decisiva per accedere alla Final Four di Nations League di giugno contro l’Ungheria sono lì a dimostrarlo ancora una volta.
Il miglior laterale sinistro in Italia
Oggi Federico Dimarco è il miglior laterale sinistro del calcio italiano, lo è per talento tecnico, che non è mai stato messo in dubbio, ma anche per competenze tattiche, capacità difensive, ancora da migliorare ma sicuramente già di buon livello e soprattutto per applicazione atletica e letture dei momenti delle partite. Un calciatore così è stato messo in discussione sempre, anche nella stagione scorsa, quando la sua squadra ha speso 25 milioni più 3 di bonus per Robin Gosens, panchinato dalle prestazioni di Dimarco.
Di sicuro il 32 nerazzurro può crescere e migliorare ancora, imponendosi in maniera ancora più netta anche in Nazionale, dove più che la concorrenza di Emerson Palmieri e Spinazzola deve guardarsi dalla forza prorompente di Destiny Udogie, ma il Dimarco mezzo giocatore di cui si parlava a inizio carriera è per fortuna un abbaglio che tanti hanno preso.
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