E alla fine arrivano le vittorie. Ci sono volute ventiquattro giornate alla Cremonese di Davide Ballardini per conquistare i primi tre punti contro la Roma, poi dopo alte cinque giornate di digiuno sono arrivati addirittura due successi in fila, contro la Sampdoria e contro l’Empoli. A otto giornate dalla fine, i grigiorossi sono saliti improvvisamente a 19 punti e, con il contemporaneo ko dello Spezia e il brutto momento del Lecce, reduce da sei sconfitte consecutive, inizia a credere un minimo in una insperata salvezza.
SETTE PUNTI DAL QUARTULTIMO POSTO
Il diciassettesimo posto, valido per la permanenza in Serie A, non è vicino, ma nemmeno lontanissimo. Lo Spezia rimane fermo a 26 punti dopo la sconfitta casalinga contro la Lazio, sono dunque sette le lunghezze da recuperare per provare a difendere la categoria. Di mezzo però c’è anche il Verona, che contro un Napoli più concentrato al ritorno di Champions League potrebbe concedere qualcosina e, con una eventuale vittoria, andrebbe a -1 proprio dalla squadra di Semplici. Rientrando in lizza per la permanenza in A.
SALERNITANA E CROTONE, LE SQUADRE CHE CE L’HANNO FATTA
Vista così, quella della Cremonese sembra una missione impossibile. Ma negli ultimi anni il nostro campionato ci ha abituato a renderle possibili. L’ultimo esempio arriva dal 2021-22, con l’epica rimonta della Salernitana. Proprio a questo punto del campionato, i granata erano fermi a 16 punti (ma con due match da recuperare), a -9 dal Cagliari quartultimo. Nelle successive nove partite la squadra di Davide Nicola riuscì a totalizzare 15 punti (4 nel recupero) riuscendo addirittura ad essere padrona del proprio destino all’ultima giornata. La pesante sconfitta casalinga per 4-0 non fu però decisiva, visto il contemporaneo pari degli isolani a Venezia e la conseguente retrocessione. Lo stesso Nicola fu protagonista della storica salvezzza del Crotone cinque anni prima, ultimo a 9 punti al termine del girone di andata e rimasto in A solo all’ultima giornata.
UN PLAFONAMENTO VERSO IL BASSO
Difficile, ma non impossibile per la Cremonese di Ballardini. La storia insegna che non è finita finché non è finita. Ma bisogna anche sottolineare come, nelle ultime stagioni, si stia vivendo un appiattimento di valori nelle zone basse di classifica. Nell’immaginario collettivo, quando si parla della quota salvezza, si focalizzano subito due parole: quaranta punti. Ma oramai si può anche volare più basso con la fantasia. Da quando è stato istituito il campionato a 20 squadre, sono bastati 36 punti per ottenere la permanenza in A.
L’unica volta in cui quota 40 non è bastata è nel 2004-2005, prima edizione con il ‘nuovo format’ a più squadre e meno retrocessioni (passando da quattro a tre), quando il Bologna scese in B con 42 punti totalizzati perdendo lo spareggio col Parma ed il Brescia arrivò penultimo a 41. Da allora, il limite è progressivamente sceso come dimostrano gli ultimi campionati. Nelle ultime cinque stagioni sono bastati 35,2 punti per mantenere la categoria, lo scorso anno la Salernitana si salvò con soli 31 punti, il dato più basso delle ultime diciotto stagioni. La Cremonese dunque può farcela. Per meriti suoi, ma anche per demeriti di chi è impelagato ancora in questa lotta, che non riesce ad andare oltre un certo limite.
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