È un brusco risveglio quello della Cremonese all’indomani della semifinale di ritorno di Coppa Italia pareggiata 0-0 al Franchi di Firenze. Insufficiente, ovviamente, per ribaltare lo 0-2 dell’andata: cosi i grigiorossi dicono addio alla competizione e vedono svanire un sogno che stava diventando sempre più grande.
Anestetizzata
La squadra di Davide Ballardini è stata di fatto anestetizzata da una Fiorentina che ha controllato il match senza grossa fatica, ma i grigiorossi hanno creato troppo poco – anche in termini di presupposti tattici – per riaprire davvero il discorso qualificazione.
Attesa
La gara è scivolata via nella speranza da parte della Cremonese che accadesse qualcosa di estemporaneo che le permettesse di andare sull’1-0 per sfruttare l’eventuale ansia viola di buttare via una qualificazione già acquisita. Una speranza però non supportata da azioni dirette.
Ricordi storici
Invece la storia si è ripetuta in casa grigiorossa che mai nella propria storia era approdata ad una finale di Coppa Italia. Anche nel 1987, con l’Atalanta (ma a campi invertiti), allo 0-0 dell’andata seguì il ko 2-0 dell’andata precludendo l’accesso all’Europa dato che la finale si giocava con il Napoli poi campione d’Italia.
Notti europee
Il regolamento allora qualificava alla Coppa delle Coppe anche la finalista, oggi per i gironi di Europa League bisogna alzare il trofeo, ma la finale avrebbe qualificato i lombardi alla Final Four di Supercoppa Italiana in Arabia Saudita.
Nulla di fatto
Invece, senza essere riusciti a regalare il sogno Coppa Italia a se stessi e ai tifosi che al Franchi hanno seguito la strada, la Cremonese oggi rischia di trovarsi con un nulla di fatto in mano.
Treno salvezza
Ora rimane la lotta per non retrocedere. I grigiorossi, penultimi a -8 dallo Spezia 17mo, affrontano il Verona domenica 30 aprile allo Zini in quella che potrebbe essere l’ultima chiamata per salire sul treno salvezza.
Calendario
Anche un successo, però, potrebbe non bastare. La squadra di Ballardini dovrà vincere le quattro gare casalinghe (nell’ordine: Verona, Spezia, Bologna e Salernitana) e racimolare qualche punto nelle trasferte con le big (Milan, Juventus e Lazio).
Marcia forzata
Una marcia a tappe forzate difficile da mettere in pratica – anche considerando che sinora in Serie A i lombardi hanno vinto solo tre match – e che comunque deve necessariamente contare sul contributo delle avversarie. Serve insomma un’impresa, una cavalcata in stile Coppa Italia, ma confidando in un finale diverso.
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