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Milan-Inter: la Beneamata è scintillante, Diavolo tradito dai big

L’inter mette a nudo i problemi di Pioli. Troppo brutto il Milan per essere vero ma i nerazzurri giocano una partita praticamente perfetta, senza storia già dopo 20 minuti.

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Edin Dzeko segna il secondo gol dell'Inter
Edin Dzeko segna il secondo gol dell'Inter (foto Lapresse)

MILAN

TATARUSANU – Non fa in tempo a sputare sui guanti che già deve raccogliere due palloni in fondo al sacco. Poi ci mette una pezza alla mezz’ora, evitando l’ennesimo gol preso dal Milan su azione da calcio da fermo. Non può nulla sulla terza perla di Lautaro. 6 

CALABRIA – Prova a metterci il cuore ma dalle sue parti De Marco lo fa letteralmente a fettine. 4,5

DEST s.v.

KJAER – Invocato come il salvatore della patria lì dietro si fa sorprendere in entrambe le azioni da gol dell’Inter, compromettendo la sua partita e quella del Milan. Prova a riscattarsi con un grande intervento su Lautaro al 53’ che allevia parzialmente le sue colpe. 5

KALULU s.v.

TOMORI – La domanda è legittima: qualcuno sa che fine ha fatto il vero Tomori? Chissà, magari l’hanno rapito gli alieni e Pioli continua a schierare un sosia. Il 23 rischia il giallo dopo due minuti per un’entrata in ritardo su Dzeko e conseguente fallaccio sul bosniaco. Dimostra di essere totalmente groggy quando al 29’ serve un assist pregiato al limite dell’area per Di Marco che costringe Tata a una gran parata. Tempo un minuto e ne combina un’altra e per fortuna pone rimedio in extremis. E per finire la sconfortante marcatura su Lautaro che lo zimbella in malo modo al 77’ e sigilla il match. Non esattamente la sua migliore prestazione. 3

HERNANDEZ – Si fa sorprendere da Barella in occasione del gol nerazzurro dopo nemmeno 10 minuti, non un gran segnale dopo l’allucinante primo tempo giocato a Lecce. Ma non è finita la serata nera di Theo che in chiusura di primo tempo perde una pallaccia in mezzo al campo e l’Inter sfiora il 3-0. La prima volta che supera la metà campo, all’alba della ripresa, ha l’occasione per scaraventare il sinistro verso la porta di Onana, ma il pallone vola alto. Conferma il suo prolungato momento no quando rimedia un giallo evitabile per un fallo totalmente inutile. 4

TONALI – Confuso e falloso, per dirla alla Carmen Consoli. Dzeko lo espone al pubblico ludibrio in occasione del secondo gol nerazzurro, ma in quella posizione dovrebbe essere un difensore centrale, non lui. Poi si barcamena come può, ma anche lui è travolto dalla negatività rossonera. 5

BENNACER – Regia di sostanza, anche se mezzo spesso in mezzo dai pari ruolo avversari. Nella ripresa scende in campo più pimpante e la manovra rossonera ne guadagna immediatamente. Tenta un paio di volte la conclusione da fuori, ma riesce solo a sparacchiare un paio di palloni a rotolare nel deserto; la terza prende la porta ma centra anche Onana che deve solo ingobbirsi e bloccarla sullo sterno. Anche per Isma, una brutta serata. 5,5

MESSIAS – Tanto fumo, per l’arrosto ripassare più avanti. 4

ORIGI s.v.

BRAHIM DIAZ – Come anche a Lecce è lo spagnolo l’uomo più ispirato in avvio del Milan. Dal suo piede l’assist per Leao al 17’ e tante altre piccole cose, ma predica nel deserto. Non solo in senso metaforico. 6

DE KETELAERE – Tocca un paio di palloni ma sembra giocare in punta di piedi. Come sempre d’altronde. 5,5

LEAO – Quando parte dà la sensazione di poter fare la differenza, ma la gabbia messa su da Inzaghi ha maglie molto, molto strette. È sua l’unica conclusione nello specchio della porta del primo tempo, ma Onana ci mette la manona. Dopodichè una sfilza di iniziative scombiccherate – e fallite – che non fanno che innervosire il portoghese. A inizio ripresa ci riprova con un’altra conclusione potente, ancora alta, ma stavolta di poco. Sembra di vedere il film “Ricomincio da capo” perchè ogni azione del Milan la stessa storia: Leao punta l’avversario, stringe al centro e conclude a rete. Senza però mai riuscire a far male. 4

GIROUD – Senza De Vrji e con Acerbi al suo posto non è la stessa cosa. La verità è che Oliviero avrebbe bisogno di rifiatare, mentre l’inadeguatezza del reparto offensivo rossonero glielo impedisce. Inventa una giocata sontuosa al 66’ per CDK che però non punta l’avversario e scarica a Leao: occasione sciupata. 5

REBIC s.v.

PIOLI – Malgrado la sveglia subita nel primo tempo di Lecce e la presunta lezione metabolizzata, bastano 9 minuti all’Inter per bucare la difesa rossonera allegramente piazzata. Nemmeno il tempo di realizzare quanto accaduto ed ecco confezionata un’altra bella dormita collettiva per il raddoppio di Dzeko. Sono i prodromi di una clamorosa disfatta che puntualmente si materializza, firmata da Kjaer, Theo, Leao, autori di prestazioni sconcertanti. E ancora una volta l’approccio alla gara è da partita scapoli-ammogliati. 4

INTER 

ONANA – Leao lo stuzzica a inizio partita, ma in sostanza gli avanti milanisti gli fanno poco più che il solletico. 6,5

SKRINIAR – Mette il guinzaglio stretto al portoghese che gli ha fatto ballare la rumba in campionato. Gioca un match attento, senza sbavature e anche per lo slovacco la rivincita è completa. 7

ACERBI – Giroud saggia subito la diversa consistenza dell’ex laziale rispetto al morbido De Vrji. Sempre più titolare di questa Inter, Acerbi anestetizza il centravanti francese e contribuisce in maniera sostanziosa all’ennesima Super Coppa di mister Inzaghi. 7

BASTONI – Dalle sue parti Messias si marca quasi da solo. Bravo nella ripresa a svettare di testa al 55’ e togliere il pallone dalla testa di Giroud a due passi dalla porta di Onana. 7

DE VRJI s.v.

DARMIAN – Aiuto costante a Skriniar per ingabbiare Leao e per fermare le ipotetiche avanzate di Theo, molto ipotetiche a dir la verità. Malgrado il compito probante è lui a dare avvio all’azione che porta Di Marco a sbloccare il match. 7

BARELLA – Il compito più delicato nei meccanismi tattici di Inzaghi è proprio del centrocampista azzurro, chiamato a spezzare sul nascere le ripartenze rossonere, ma Barella riesce anche a togliersi lo sfizio dell’assist prezioso in avvio per il vantaggio nerazzurro. È solo la prima delle tantissime cose preziose fatte dall’8 nerazzurro che alla fine merita il voto stampato sulla maglia. 8

GAGLIARDINI s.v.

CALHANOGLU – Chiusure, interdizione, gestione sapiente della palla, sempre più prezioso per il gioco di Inzaghi. Anche cattivo quando serve, in netta e decisa controtendenza rispetto al Calhanoglu conosciuto al Milan. 7,5

ASSLANI s.v.

MKHITARYHAN – Se Marotta può permettersi di provare a prendere Kessiè dal Barcellona dando in cambio Brozovic è tutto merito della straordinaria stagione dell’ex romanista. Regista tutt’altro che occulto e mente indispensabile per Inzaghi. 7

DI MARCO – Segna il gol del vantaggio nerazzurro, ma la partita del mancino è un concentrato di qualità e quantità: spinge, difende, imposta e alla fine mena pure, tanto da scatenare le proteste di Tonali che ne pretende il giallo. Inzaghi evita di correre rischi e lo richiama in panchina. 7,5

GOSENS – s.v.

DZEKO – Quando vede rossonero si scalda. Tira per la prima volta in porta al 7’ e la palla vola in curva, ma il bello deve ancora arrivata: prima avvia l’azione del vantaggio segnato da Di Marco, poi si mette in proprio e infila il portiere rumeno per il raddoppio. Tanto per gradire. Anche per il cigno di Sarajevo, voto e numero di maglia sono una cosa sola.  9

CORREA s.v.

LAUTARO – Ci prova in tutti i modi, consapevole che una versione più scombinata della difesa rossonera non la vedrà più così spesso. E dopo una serie di tentativi andati a vuoto, timbra il cartellino con un gran gol al 77’ portandosi a casa lo scalpo di Fik Tomori. 7,5

INZAGHI – Se lo chiamano il re della SuperCoppa una ragione ci sarà. Raggiunge Capello e Lippi a 4 successi personali e porta a casa un trofeo che ha incisa la sua firma a caratteri cubitali. 7,5

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