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Calciomercato Serie A: Traorè-Kiwior, colpi da 55 milioni. Ilic e Bajrami i botti in entrata

Quello 2022-23 passerà alla storia come il mercato dei saldi: il centrocampista serbo è il colpo più caro con i suoi 16 milioni, i due giovani volano in Inghilterra per cifre monstre

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Ivan Ilic
Ivan Ilic, passato al Torino per 16 mln, è il colpo più costoso del mercato invernale di Serie A (©LaPresse)

Ilic al Torino per 16 milioni di euro, Bajrami al Sassuolo per 6. Sono questi i due colpi più costosi della Serie A nella parentesi invernale del calciomercato 2022-23. Un mercato di riparazione – una volta lo chiamavamo così – che non passerà di certo agli annali per i suoi fuochi d’artificio. Al contrario, con i “paperoni” della Premier League scatenati (il Chelsea da solo ha speso quasi 400 milioni di euro, leggi l’approfondimento) il nostro campionato ha raccolto le briciole. Basti pensare ai 55 milioni spesi da Arsenal e Bournemouth per i gioiellini Traorè e Kiwior. Bravissimi, sia chiaro, ma non proprio due fenomeni esplosi definitivamente.

Il colpo più caro: Ilic al Toro

Sedici milioni di euro: 15 più 1 di bonus, per l’esattezza. Ecco la cifra più alta versata da un club italiano nel corso della finestra di mercato che si è chiusa alle ore 20 di ieri sera. Urbano Cairo, patron del Torino, ha investito tanto su Ivan Ilic, centrocampista classe 2001 prelevato dal Verona. Il giocatore, fortemente voluto dal tecnico Juric, ha firmato fino a giugno 2027 e sarà a disposizione già per la sfida di Coppa Italia in programma stasera a Firenze contro la Fiorentina. Purtroppo per i tifosi granata, al colpo in entrata è seguita l’uscita di Sasa Lukic, passato al Fulham per una cifra intorno ai 12 milioni di euro.

L’altro botto di mercato in entrata, a livello di costi, lo ha messo a segno il Sassuolo di Gianni Carnevali. Il club neroverede si è assicurato le prestazioni del trequartista Nedim Bajrami per 6 milioni di euro, acquistato dall’Empoli. Dopo una stagione vissuta da protagonista assoluto con mister Andreazzoli (35 presenze e 6 gol), quest’anno il centrocampista albanese ha trovato poco spazio con Zanetti (8 presenze e 1 gol), complice l’esplosione di Tommaso Baldanzi. Il Sassuolo, ceduto Traorè, ha fiutato l’affare e ha chiuso in 24 ore. Ora starà a Dionisi valorizzare questo ragazzo classe 1999.

Cessioni faraoniche, la Premier impazza

Se in entrata il mercato ha regalato pochi affari, in uscita i colpi non sono mancati. Merito soprattutto dei “paperoni” della Premier League che hanno aperto i loro portafogli per rinforzarsi laddove necessario. In tal senso spiccano gli acquisti – o per meglio dire le cessioni – di Jakub Kiwior e Traorè, passati rispettivamente dallo Spezia all’Arsenal e dal Sassuolo al Bournemouth per 25 e 30 milioni di euro. Ma anche il prestito di McKennie al Leeds potrebbe fruttare un bel po’ di soldi alla Juventus.

Il difensore polacco, classe 2000, è entrato nella storia come cessione più onerosa da parte dello Spezia. Il contratto firmato con i Gunners è di 4 anni e mezzo, più opzione per un altro anno. Un’operazione importante per il ragazzo ma anche per il club bianconero, che nel 2021 lo aveva prelevato dagli slovacchi dello Zilina per poco più di 2 milioni. Dopo 39 presenze in due stagioni e un Mondiale in Qatar da protagonista è arrivata la chiamata dell’Arsenal. Una chiamata che non si poteva rifiutare.

Altro classe 2000, Hamed Traorè sbarca in Premier League grazie allo scatenato Bournemouth. Il centrocampista lascia l’Italia dopo 6 stagioni vissute tra Empoli, dove era approdato a soli 13 anni, e Sassuolo. Con i neroverdi ha collezionato 18 gol in 106 presenze tra campionato e Coppa Italia, segnando sempre più di 5 reti a stagione. Numeri da predestinato, considerando l’età. Vedremo se in Inghilterra sboccerà definitivamente dopo gli infortuni di quest’ultimo anno.

Infine Weston McKennie. Il centrocampista ha lasciato la Juve dopo due anni e mezzo, 96 presenze e 13 gol all’attivo. Anche l’americano ha scelto la Premier League, firmando per il Leeds. La formula per il passaggio del giocatore in Inghilterra è stata quella del prestito oneroso (1,25 milioni di euro più 250mila di premi) con diritto di riscatto fissato a 34,5 milioni più 4,5 di bonus. In fondo non è affatto male trattare con i “paperoni” inglesi.

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