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Champions League – Milan, vittoria e rammarico: Thiaw uber alles, Diaz vola

Partita di lotta e sacrificio dei rossoneri, resta il grande rimpianto per non aver chiuso il discorso qualificazione con CDK, Thiaw e Leao.

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L'esultanza dei rossoneri dopo il gol di Diaz
L'esultanza dei rossoneri dopo il gol di Diaz (foto LaPresse)

MILAN (3-4-2-1)

TATARUSANU – Fa tremare San Siro con un paio di uscite di piede da brividi, ma è bravo in chiusura di primo tempo a sventare una doppia conclusione di Son, peraltro in fuori gioco. Nella ripresa solido in uscita alta e mai impegnato seriamente dagli attaccanti inglesi. 6,5 

KALULU – Uno dei migliori in campo contro il Toro, conferma il suo momento positivo anche contro il Tottenham. Sale alto a ringhiare sulle caviglie degli avversari recuperando palloni importanti, fenomenale in un paio di diagonali a frenare le offensive nemiche. Ben tornato Pierino. 7,5

KJAER – Sembrava destinato alla panchina, scavalcato dall’emergente Thiaw, ma lo stop imposto a Tomori (solo motivi precauzionali) costringe Pioli a recuperare il guerriero vichingo. Dopo poco più di quarto d’ora un colpo duro rimediato in mischia aerea rischia di metterlo fuori gioco. Gli tocca il compito più arduo, tenere a freno quella furia di Harry Kane. Kjaer lo fa con esperienza, malizia e quel pizzico di cattiveria che non guasta. Nella ripresa, quando la squadra mostra i primi sintomi di stanchezza, è lui a ergersi a baluardo nel cuore dell’area di rigore. 7,5

THIAW – Confermato titolare dopo la brillante prestazione contro il Toro, è ormai il beniamino dei tifosi del Milan. Gioca una partita straripante, un concentrato di personalità, fisico e tempismo, con tanti duelli vinti e palloni strappati agli avversari. Chiude il match senza un solo errore e al 78’ sfiora perfino il raddoppio con un’incornata imperiale che scivola via a 2 mm dal palo, con Forster ad ammirare inebetito. 8,5

SAELEMAEKERS – Corre come sempre tanto, ma spesso è arruffone e pasticcione: al 25’ tenta un dribbling suicida al limite della propria area di rigore e per poco non manda in porta un avversario. Al 40’ però si riscatta con un recupero provvidenziale che salva il Milan da capitolazione certa. Si sacrifica per annullare Perisic e la missione riesce a pieno perchè il croato resta invisibile. 6,5
dal 76’ MESSIAS – Lotta e sgomita anche lui, in una versione del brasiliano finora mai vista. 6,5

TONALI – Fatica a trovare i tempi di gioco giusti, infastidito dal pressing ossessivo degli uomini di Conte che provano in tutti i modi a farlo fuori. In avvio di ripresa Romero cerca di amputargli una gamba con un’entrata assassina, non da rosso, ma da arresto immediato. Per quanto azzoppato, Sandrino continua a lottare come un leone in mezzo al campo fino a quando non esce a 5 dalla fine. 6,5
dal 85’ POBEGA – s.v.

KRUNIC – Tocca ancora a lui, vista la prolungata indisposizione di Bennacer, dirigere il traffico lì in mezzo. Fa il suo ma la qualità e soprattutto la prontezza nella lettura delle situazioni non sono prerogative del bosniaco. Spesso sorpreso dal pressing asfissiante dei bianchi di Londra, diventa prezioso nel convulso finale quando recupera parecchi palloni davanti alla propria area di rigore, facendo ripartire l’azione dei suoi. 6,5

HERNANDEZ – La notizia di un problemino fisico per Theo diffusasi nel pomeriggio spegne immediatamente tutte le candeline accese per San Valentino. Per fortuna il francese ha tanto amore da dare e malgrado la botta presa alla vigilia è regolarmente in campo dal primo minuto, con la fascia di capitano al braccio. È proprio Hernandez a creare dal nulla l’occasione del vantaggio milanista dopo 7 minuti. Attento anche in difesa con un paio di colpi di testa, non esattamente la specialità della casa, a liberare l’area.  Super Theo al 38’: si porta dietro l’intera difesa del Tottenham ma il suo cross radente non arriva a Giroud a un metro dalla linea di porta. Nella ripresa spinge di più sulla fascia e ricrea la solita devastante connection con Leao. 7

DIAZ – Lesto, astuto, spericolato, il piccolo Brahim salta in testa a tutti i giganti avversari ed entra in porta con tutto il pallone per l’1-0 del Milan dopo 7 minuti. Basterebbe questo a garantirgli un bel voto, ma lo spagnolo continua la sua personalissima battaglia contro i watussi inglesi, creando grattacapi agli avversari anche quando devono impostare. Nella ripresa ha un paio di buone occasioni per chiudere il match, ma gli manca la giocata decisiva. 7
dal 76’ DE KETELAERE – Entra e si divora un gol a porta vuota che non ammette scuse. Avrebbe potuto chiudere la partita e invece scalpella in malo modo l’assist pregiato di Giroud. 4

LEAO – È lui il grimaldello scelto da Pioli per scardinare la non proprio ermetica difesa inglese. Il suo primo strappo dopo un minuto di gioco mette subito in allarme Emerson Royal. Dopo un paio di minuti Kulusevski lo fa volare per aria, ma l’arbitro non fa un plissé. Si eclissa, poi riappare in chiusura di primo tempo e sciupa per eccessivo egoismo una discreta opportunità. Segnali di risveglio nella ripresa: prima un recupero difensivo che esalta San Siro, poi un paio di giocate alla Leao non sfruttate dai suoi compagni. Non precisissimo in alcune giocate ma è dai suoi piedi che nascono le due clamorose azioni da gol che il Milan sciupa nel finale, a conferma della sua classe infinita. Imputabile alla stanchezza il gol divorato al 90’ solo davanti a un Forster impotente. 7
dal 90’ REBIC – s.v.

GIROUD – Sente la sfida a distanza con Harry Kane, rivincita del confronto tra Francia e Inghilterra nei quarti di finale del Mondiale, dove Oliviero ha gioito e l’Uragano ha fallito. L’inizio è complicato, Oli è perennemente anticipato dai colossi inglesi e fatica a trovare il tempo per giocate pulite. Soverchiato dalla fisicità nemica, trova comunque il modo di rendersi prezioso nel finale con l’assist geniale per De Ketelaere appena entrato. A parti invertite adesso parleremmo di un ricco 2-0. 6,5

PIOLI – Di fronte alla squadra che segna più di tutti da corner e da calci da fermo, presenta un Milan che invece nei cinque grandi tornei, è la seconda peggiore difesa del 2023 per gol presi da angolo (4). Malgrado le premesse, Pioli riesce a compattare la squadra e ritrovare l’antica e proverbiale voglia di battagliare che ha reso possibile lo scudetto l’anno scorso. Il gol segnato subito incanala la partita nel verso giusto, poi nel finale il Milan rischia di fare il secondo in almeno tre occasioni, sciupando una grande opportunità per chiudere il discorso qualificazione. Unico motivo di rammarico di una serata finalmente appagante. 7

TOTTENHAM (3-4-2-1) 

FORSTER – L’eredità di capitan Lloris pesa tanto, ma l’esperto portiere della nazionale inglese quasi sfiora il triplo miracolo in occasione del vantaggio milanista. Nel finale è graziato dall’imprecisione dei rossoneri. 6

ROMERO – Perde il duello aereo con Theo Hernandez e il Tottenham incassa il gol dopo pochi minuti. Alla mezz’ora rifila un pestone a Tonali e poi se ne va fischiettando, perfino indispettito quando l’arbitro interrompe il gioco. Sono solo i prodromi di quello che accade in avvio di ripresa: altra entrata killer dell’ex Atalanta, davvero da codice penale, e stavolta il giallo che arriva è per lui un autentico regalo. 4

DIER – Preso letteralmente in giro dagli attaccanti del Leicester nel recente scoppolone subito dagli Spurs in Premier, cerca e trova una rivincita importante in Champions. Il centrale gioca una partita robusta, vince quasi tutti i contrasti aerei con Giroud e si rende pericoloso anche in area avversaria. Ammonito, salterà il ritorno per squalifica. 6,5

LENGLET – Sale altissimo a infastidire Saelemaekers. Da una sua discesa nel primo tempo nasce una delle tante punizioni che per la difesa rossonera rappresentano l’allarme rosso. Avrebbe i margini per spingere con maggiore frequenza, ma l’attitudine del francese è ben nota. 5,5
dal 80’ DAVIS – Entra per fare quello che non riesce a Lenglet, missione fallita. 5,5

EMERSON ROYAL – Vince il ballottaggio con Pedro Porro, apparso a tratti imbarazzante sabato pomeriggio contro le Foxes. Non contiene Theo quando spinge, e non spinge come e quanto dovrebbe per dare assistenza a Kulusevski. Comprensibile, visto che deve battagliare contro la devastante accoppiata Hernandez-Leao del Milan. 5

SKIPP – Gioca una partita di grande intensità a metà campo, ringhiando su tutti i rossoneri con la palla tra i piedi. Per quanto riguarda la regia, meglio cercare altrove. 5,5

SARR – Se per Skipp c’è l’esperienza di una una trentina di minuti disputata in Europa, per il ventenne senegalese si tratta dell’esordio assoluto in Champions, per giunto in uno stadio imponente come quello di San Siro, ribollente di amore rossonero. Il ragazzo paga dazio, anche se nel primo tempo non si tira indietro e garantisce a Conte presenza e sostanza in mezzo al campo. Nella ripresa aumenta il raggio d’azione e conclude anche un paio di volte in porta. 6

PERISIC – Aria di derby per il croato, uno che in maglia nerazzurra contro il Milan ha sempre segnato gol importanti. Saelemaekers lo frena in prima battuta, Kalulu lo imbavaglia nei pressi dell’area di rigore. Non pervenuto. 4

KULUSEVSKI – Duello con scintille su quella fascia: l’ex juventino si trova di fronte prima Theo Hernandez e in seconda battuta Thiaw che ne frenano l’esuberanza. Esce nella ripresa per far spazio a un attaccante. 5
dal 71’ RICHARLISON – Per capire la potenza debordante della squadra di Conte, basti pensare che pronto a entrare dalla panchina c’è il centravanti titolare del Brasile. Il fuoriclasse verdeoro però è ancora ben lontano da una condizione accettabile. 5,5

SON – Se Kane è costretto a predicare nel deserto è anche colpa sua (oltre che di Perisic e Kulusevski). Non ne imbrocca una che è una e alla fine Conte lo toglie per la disperazioni. 4
dal 80’ DANJUMA – s.v.

KANE – È per distacco l’uomo più importante nello scacchiere tattico di Conte, tutte le azioni passano dai suoi piedi:  cuce, imposta, rifinisce, gioca da 9 e da 10 insieme. Un autentico fuoriclasse, quasi sprecato in una squadra impacciata in cui nessuno riesce a sfruttare le sue geniali intuizioni. 7,5

CONTE – Anche per Conte, come per Perisic, Milan vuol dire derby. Alla vigilia scambio di effusioni con Pioli, in campo però tira tutt’altra aria. Costretto a schierare un centrocampo imberbe, con due fanciulli alle prime armi a fare da diga in mezzo al campo, il tecnico salentino si affida alla classe dei suoi attaccanti, ma i suoi piani falliscono miseramente quando il Milan segna in avvio di partita scombinando i piani del Tottenham. La cosa preoccupante è che gli Spurs non solo non riescono a reagire, ma rischiano il tracollo nella ripresa quando i rossoneri si divorano 3 gol. E al ritorno mancherà anche il baluardo difensivo Dier. 5

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