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“L’euforia non diventi presunzione”: cosa deve fare il Napoli per Spalletti

Nella conferenza stampa prima di Empoli, il tecnico azzurro parla del suo passato in Toscana e del momento della sua squadra.

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Luciano Spalletti (© LaPresse)
Luciano Spalletti durante la partita con lo Spezia (© LaPresse)

Luciano Spalletti ci ha abituati a tante parole d’ordine, ma anche a tante frasi su cui riflettere e far riflettere la sua squadra e l’intero ambiente napoletano. Nella conferenza stampa di oggi prima della trasferta di Empoli, ne ha lasciata lì una molto interessante: “L’euforia non diventi presunzione”. In quattro parole, quello che tutta Napoli, insieme alla squadra, deve cercare di essere da questo momento in avanti.

Distrutto un anno di lavoro

Proprio per portare l’intero ambiente con i piedi per terra, l’allenatore azzurro ha voluto partire dallo scorso anno, quello che ha identificato come il punto più basso del suo lavoro nel club azzurro. Si parla del 24 aprile 2022, il Napoli può ancora lottare per lo scudetto. Gli empolesi sono sotto 2-0 per i gol di Mertens e Insigne, dall’80’ all’87’ segnano tre gol, ribaltando il risultato. “Credo ci siano stati passi avanti importanti dopo le sconfitte, la lettura e le gestioni di situazioni simili è stata ammortizzata bene”, dice Spalletti, riconoscendo che quella partita è servita molto alla sua squadra, nonostante “la partita con l’Empoli ci ha distrutto il lavoro di un anno intero”.

Non è una partita normale

Poi per lui non è una partita normale. Spalletti ha giocato nella squadra toscana dal 1991 al 1993, per poi allenarla appena appesi gli scarpini al chiodo prima nelle giovanili, arrivando fino al 1998 quando allenava già da tre anni in prima squadra. Il tecnico si guarda indietro e dell’ambiente empolese, dice: “Nel calcio cerchiamo continuamente modelli da cui prendere qualcosa e per lavorare in maniera corretta bisogna imparare e da quelle parti c’è possibilità di vedere come si fa calcio. Lì di spunti su come fare calcio e di una visione futura se ne possono trovare tanti. Io sono stato favorito nel lavorare lì con quella impostazione, 7 anni tra allenatore e calciatore, 20 da tifoso, ne ho avuto benefici e strada facendo si fanno nuove esperienze”.

Non fare confusione tra lavoro e scaramanzia

Ma poi si torna sul presente, sulla corsa scudetto, su tutto quello che il Napoli sta costruendo e mostrando al mondo del calcio. Per ribadire concetti molte volte espressi, l’allenatore dice: “Non fare confusione tra il lavoro e la scaramanzia. Se uno non parla dicono è per scaramanzia, ma è per il lavoro”, per arrivare poi alla chiosa con cui abbiamo aperto: “Dall’euforia non deve iniziare la presunzione che mette fine alla crescita”. Un messaggio chiaro a tutti. Si diventa davvero grandi quando non ci si esalta e si pensa alla prossima partita, da giocare con le caratteristiche e l’attenzione di sempre. Questo non deve diventare speciale per il Napoli, ma la normalità.

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