Napoli e Milan hanno vissuto una giornata di campionato interlocutoria in attesa di riprendere il confronto con la doppia sfida di Champions League che si aprirà mercoledì 12 aprile con l’andata dei quarti di finale che si giocherà alle 21.00 al Meazza.
Dopo il 4-0 rifilato dai rossoneri al Maradona alla squadra di Luciano Spalletti alla ripresa della Serie A è stato il prologo di un confronto che arriva sul terreno europeo e che è la vera sfida tra le due compagini, anche considerato che il campionato non è più una competizione realmente contendibile.
La forza dei più forti
A Lecce il Napoli ha dimostrato ancora una volta quanto pesa l’assenza di Victor Osimhen. In un match preparato al solito bene tatticamente da Spalletti con i difensori, soprattutto i terzini, molto coinvolti nel terzo offensivo azzurro e con attaccanti e centrocampisti a intasare la zona centrale concentrando su di loro le attenzioni salentine.
Ci è comunque voluto un autogol per sbloccare una partita che Di Francesco aveva rimesso in parità. Come tante altre volte in questa stagione, i campani hanno vinto quasi per inerzia, facendo bene tante piccole cose, senza incantare ma contando sulla propria forza e sulla consapevolezza della stessa.
Evoluzioni e limiti
Il Milan, che ha chiuso il venerdì della 29ma giornata, è tornato a mostrare tutti i propri limiti. L’evoluzione a cui era chiamata la squadra di Stefano Pioli dopo aver vinto lo scudetto non è si è mai concretizzata davvero.
Più che il cambio di modulo, contro il Napoli a fare la differenza era stato – complice il divario in classifica a favore dei campani – l’atteggiamento e il contesto tattico favorevole si rossoneri, con un Milan più reattivo che ha potuto appoggiarsi agli strappi in conduzione dei suoi uomini migliori (Hernandez e Leao in primis) per attaccare in campo grande.
Quando invece si trova a dover cercare soluzioni nell’ultimo terzo di campo, contro squadre chiuse che l’aspettano, la squadra di Pioli fatica, come accaduto con l’Empoli.
Vecchie volpi
Nonostante il Napoli non sia abituato ad ampie fasi di difesa posizionale, Spalletti ha potuto avere un’ulteriore riprova di quanto il Milan sia molto pericoloso quando può attaccare campo davanti a sé e quanto poco lo sia in spazi contingentati e intasati.
La ripresa dopo la sosta non ha restituito un Napoli convincente né così dominante da imporre a prescindere la propria forza. Al tempo stesso però Pioli è consapevole che giocare nella metà campo campana porti solo problemi alla sua squadra.
Per questo il doppio confronto Champions si preannuncia bloccato, nonostante i favori del pronostico e le relative pressioni (anche ambientali) pendano dalla parte del Napoli e lo saranno ancora di più se Spalletti potrà riavere Osimhen e se riuscirà a gestire nel migliore dei modi anche l’aspetto emozionale della sfida. Un aspetto che non sempre in carriera gli è riuscito bene.
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