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Champions League

L’Inter deve tremare al cospetto del Manchester City? Corazzata assoluta, ma in una partita secca…

I nerazzurri partono dietro nei pronostici, ma non devono arrivare sconfitti

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Simone Inzaghi
Simone Inzaghi (Lapresse)

Istanbul arriviamo. La capitale della Turchia ora sa quali sono le due squadre che si giocheranno alla Ataturk Arena la finale di Champions League. Da una parte una squadra che da anni rientra nel novero delle favorite, il Manchester City, dall’altra la riscossa del campionato italiano con l’Inter a fare da portavoce. Una sfida che sulla carta pende pesantemente da parte dei Citizens.

Che arriva nuovamente all’ultimo atto della coppa dalle grandi orecchie, oramai l’obiettivo conclamato da tante, troppe stagioni. In cui la famiglia Al Thani, seguendo i dettami tattici del suo guru Pep Guardiola, ha fatto razzia sul mercato prendendo spesso nomi di grido sul calciomercato. Agli Sky Blues nelle ultime stagioni mancava solo una cosa, riconosciuta universalmente: un attaccante che facesse gol. E ha preso il migliore, Erling Haaland.

E così facendo, il City è riuscito a fare quel che voleva in Champions League, ritornando a giocarsi la finale a distanza dalla bruciante sconfitta contro il Chelsea due anni fa. E lo ha fatto arando gli avversari: primo posto mai in discussione nel gruppo G, fase ad eliminazione diretta immacolata facendo fuori nell’ordine Lipsia, Bayern Monaco e Real Madrid. Uno score impressionante: 31 reti segnate, solo 5 subite.

Sembra un’impresa impossibile. Ma forse non per l’Inter in versione Champions League, che nella fase ad eliminazione diretta non è mai stata bucata in sei partite. Con un Onana in condizioni strepitose, che ha ricordato a tutti come fosse un affare prenderlo a zero. E con un Inzaghi che ha abbassato il baricentro, basandosi su ripartenze veloci e solidità difensiva. Due anni fa il Chelsea ci ha vinto una Champions League. Proprio contro il City…

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